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Putin, il mandato di cattura dell'Aia del 2023 mai reso esecutivo dall'Italia, lo zar non verrebbe arrestato in caso di visita a Roma

Il ministro della Giustizia Nordio non ha mai dato seguito al provvedimento, non trasmettendolo alla Procura generale di Roma affinchè lo inoltrasse alla Corte d'appello per renderlo esecutivo

24 Aprile 2025

Vladimir Putin

Vladimir Putin (fonte: Lapresse)

Su Vladimir Putin pende un mandato di cattura della Corte Penale Internazionale dell'Aia (Cpi), emesso a marzo 2023. Il presidente russo rischierebbe di conseguenza di essere arrestato qualora entrasse in uno dei 124 paesi che hanno firmato lo Statuto di Roma; l'Italia però costituisce un'eccezione alla regola. Se lo zar dovesse recarsi a Roma, o in qualsiasi altra parte del nostro paese, secondo il mandato della Cpi dovrebbe essere catturato ma in realtà non accadrebbe: questo perchè il ministro della Giustizia Nordio non ha mai dato seguito al provvedimento, non trasmettendolo alla Procura generale di Roma affinchè lo inoltrasse alla Corte d'appello per renderlo esecutivo.

Putin, il mandato di cattura dell'Aia del 2023 mai reso esecutivo dall'Italia, lo zar non verrebbe arrestato in caso di visita a Roma

Il mandato di arresto per Putin non è mai stato reso esecutivo dal governo italiano, di conseguenza il presidente russo non potrebbe essere arrestato. Se fosse catturato in Italia, si compirebbe un atto giuridico irrituale e di fatto nullo. Il fascicolo sullo zar è fermo negli uffici del ministero della Giustizia dal marzo 2023 senza che si sia innescata la procedura per rendere valido il mandato di arresto della Cpi. In quanto capo di Stato sarebbe tutelato, secondo quanto lasciato intendere dal governo italiano, da "un'immunità" che li preserva finché sono in carica; anche per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, su cui pende un mandato per crimini di guerra, sembra essere stata applicata la stessa politica.

Oltre a Putin, la Cpi ha emesso mandati per altri membri dell'elite russa: la commissaria per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova, il tenente
generale Sergei Ivanovich Kobylash e l’ammiraglio della Marina Viktor Sokolov, per i quali il mandato d’arresto risale al marzo 2024; l’ex ministro della Difesa Sergei Shoigu e il viceministro della Difesa nonché capo di stato maggiore delle forze armate Valery Gerasimov, ufficialmente ricercati da giugno 2024. Anche i provvedimenti a loro carico sono fermi al ministero, e dunque ineseguibili.

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