03 Aprile 2025
Fonte: X@Lucaltro
I dazi al 46% annunciati da Trump nei confronti del Vietnam rischiano di compromettere l'azienda statunitense Nike che sul suolo del paese asiatico ha concentrato quasi metà della sua produzione. A seguito delle tariffe imposte, il titolo sportivo ha lasciato sulla piazza il 12,5% nella giornata odierna. A causa dell'apprezzamento dell'importazione, il rischio più probabile all'orizzonte è che i prodotti Nike costeranno di più e saranno i consumatori statunitensi a pagarne il prezzo.
I dazi Usa annunciati in tarda serata di ieri da Trump, in occasione del Liberation Day, stanno scuotendo i mercati internazionali. Alcuni economisti hanno sottolineato, tra tutte, le tariffe imposte dal tycoon nei confronti del Vietnam colpito da dazi reciproci al 46%. Le misure fanno particolarmente discutere per la presenza del colosso sportivo Nike sul suolo del paese asiatico. L'azienda statunitense infatti ha oltre 450.000 dipendenti e 130 fabbriche in Vietnam e nel 2024 ha prodotto nel paese ben il 50% delle calzature e il 28% dei prodotti di abbigliamento. Con l'imposizione di nuovi dazi l'azienda statunitense si troverà a dover assorbire costi maggiori e, in ultima istanza, aumentare i prezzi. I destinatari finali di questo apprezzamento però, saranno i consumatori statunitensi. La ragione dei dazi reciproci al 46% sarebbe da ricercare, secondo la Casa Bianca, nell'applicazione di tariffe esorbitanti da parte di Hanoi, circa il 90% secondo la tabella mostrata dal Presidente Trump.
L'ipotesi di una possibile rilocalizzazione della produzione negli Usa non sarebbe un processo immediato e comporterebbe comunque dei costi elevati. In sostanza, i pesanti dazi imposti al Vietnam potrebbero rilevarsi un pericoloso boomerang per l'economia statunitense. Le reazioni sui mercati non si sono fatte attendere. Nella giornata successiva all'annuncio dei dazi di Trump, il titolo di Nike è crollato del 12,5% a Wall Street.
Secondo alcuni esperti geopolitici, un altro rischio connesso alla decisione di Trump è che Hanoi possa decidere, in ultima istanza, di riavvicinarsi a Pechino a causa delle misure dannose per la sua economia. Storicamente, il Vietnam ha sempre bilanciato la sua posizione tra gli Stati Uniti e la Cina, avvicinandosi più agli States da dopo la fine della guerra quando, grazie al sostegno ricevuto dalle amministrazioni di Ronald Reagan e Bill Clinton è stata favorita l'integrazione con il sistema economico occidentale.
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