28 Marzo 2025
Fonte: Imago economica
Il Parlamento israeliano ha approvato la controversa proposta di legge di Netanyahu sulla riforma della giustizia con 67 sì e 1 no, mentre l'opposizione ha boicottato il voto uscendo dalla Knesset.
Netanyahu è riuscito a far approvare il suo disegno di legge relativo alla riforma della giustizia. Con 67 sì, 1 no e il boicottaggio del voto da parte dell'opposizione che ha abbandonato il Parlamento, il premier israeliano sta riuscendo nel suo obiettivo di piegare la giustizia al governo.
La misura entrerà in vigore dopo le elezioni del 2026 ma il suo contenuto è già stato ampiamente contestato perché autorizza una "pericolosa deriva illiberale" del governo. Infatti, la riforma prevede una modifica della composizione del Comitato per le nomine dei giudici che attualmente si compone di 9 membri tra giudici, deputati e avvocati. Con la riforma verrà eliminata la rappresentanza dell'ordine degli avvocati e il nuovo comitato si comporrà di membri del governo prevedendo un'ampia riduzione del potere della Corte suprema già accusata dal ministro della Giustizia Yariv Lenin di essersi "arrogata il potere di annullare le leggi".
La riforma della giustizia di Netanyahu era stata particolarmente osteggiata dalla procuratrice generale di Israele, Gali Baharav-Miara, che il 24 marzo scorso era stata sfiduciata dal governo. La mossa, era stata preceduta qualche giorno prima dal licenziamento del capo dello Shin Bet Ronen Bar, sospeso dalla Corte Suprema in attesa dell'esame dei ricorsi.
L'opposizione, rappresentata, tra gli altri, dai leader Benny Gantz, Avigdor Lieberman e Yair Golan ha parlato di "pericolosa deriva" illiberale e rischio di "guerra civile" e hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta affermando che l'unico obiettivo della riforma di Netanyahu è "garantire che i giudici siano soggetti alla volontà dei politici". Contro la controversa riforma della giustizia sono stati presentati già tre ricorsi: uno dal partito Yesh Atid di Yair Lapid e da due ong.
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