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Sanzioni USA alla Cpi, 79 paesi contro, l'Italia no, Von der Leyen: "Corte deve essere libera di lottare contro impunità globale"

La dichiarazione, non firmata dall'Italia, arriva dopo l'ordine esecutivo di Trump di imporre sanzioni alla Cpi

07 Febbraio 2025

79 paesi membri dell'ONU hanno firmato una dichiarazione congiunta per schierarsi contro l'ordine esecutivo del presidente Donald Trump che impone sanzioni alla Corte Penale Internazionale. Secondo i firmatari le sanzioni potrebbero compromettere i lavori della Cpi sulle inchieste in corso, "aumentando il rischio di impunità". Tutti i maggiori paesi europei hanno firmato il documento, tranne l'Italia.

79 paesi firmano contro le sanzioni di Trump alla Cpi, non c'è l'Italia

Il presidente USA Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per imporre sanzioni alla Corte Penale Internazionale e ai suoi membri, rei di aver emesso un mandato di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu. I paesi europei in risposta hanno firmato una dichiarazione congiunta dove vengono condannate queste sanzioni, affermando che queste "aumentano il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciano di erodere lo Statto di diritto internazionale, che è fondamentale per promuover l'ordine e la sicurezza globale". Tra le sanzioni rivolte ai membri della Cpi ci sono il congelamento dei beni dei giudici e la possibilità di negare il visto di ingresso negli USA, anche per i loro familiari. Gli Stati Uniti non riconoscono la Cpi e non hanno mai firmato lo Statuto di Roma con cui è stata creata.

Sono 79 i paesi membri dell'ONU che hanno firmato il documento, tra cui Germania, Francia, Spagna, Messico, Regno Unito, Canada, Austria, Paesi Bassi; i maggiori esponenti dell'UE ci sono tutti. Manca però l'Italia, che formalmente non si schiera contro Donald Trump.

Nella lettera i paesi firmatari esprimono "continuo e incrollabile sostegno all’indipendenza, all’imparzialità e all’integrità della Cpi", definendola un "pilastro fondamentale del sistema giudiziario internazionale, in quanto garantisce la responsabilità per i crimini internazionali più gravi e la giustizia per le vittime". Le sanzioni comprometterebbero il lavoro dell'organismo e le situazioni che attualmente sono oggetto di indagine, in quanto "la Corte potrebbe essere costretta a chiudere i suoi uffici sul campo". 

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