13 Dicembre 2024
Brian Thompson, fonte: Facebook, @Bring Me The News
Un delitto che grida vendetta o un atto di ribellione? In un certo senso ammiro quel ragazzo che ha ucciso il ceo dell’assicurazione. Cercate di capirmi, laddove lo stato non tutela il cittadino, facendo orecchie da mercante per soli fini economici, deve sapere che queste cose possono accadere. A che serve allora studiare la storia, le motivazioni che hanno portato alle rivoluzioni!! Quel ragazzo è stato indotto alla follia, all’esasperazione. Patirà in prigione ma da eroe. Avrà combattuto per sé e per tanti altri che rimangono inermi. Per l’amore di una donna o la spada di un re, diceva la canzone preferita di mio fratello. Un uomo non può vivere senza ideali.
La notizia dell’omicidio del CEO di una nota compagnia di assicurazioni ha scosso il Paese. Il colpevole, un giovane con una vita apparentemente ordinaria, è ora al centro di un dibattito che divide l’opinione pubblica. Ma la vera domanda è: cosa spinge una persona comune a trasformarsi in assassino?
In un certo senso, possiamo capire la disperazione dietro un gesto così estremo. Non fraintendetemi, non si giustifica mai un omicidio, ma si può tentare di comprendere. La società moderna, governata da logiche di profitto e indifferenza, lascia troppi cittadini abbandonati a se stessi. E quando lo Stato abdica al suo ruolo di garante dei diritti, non dovremmo sorprenderci se qualcuno decide di farsi giustizia da solo.
Questo giovane, da molti già considerato un mostro, potrebbe essere visto sotto un’altra luce: quella dell’esasperazione. Un uomo spinto al limite da un sistema che promette protezione, ma che, al contrario, divora i più deboli. È forse il simbolo di una ribellione contro un mondo che si ostina a ignorare i segnali di un malessere crescente.
La storia ci insegna che le rivoluzioni nascono proprio da queste fratture. Le motivazioni che portarono i popoli a impugnare la spada contro re e oppressori non sono tanto diverse da quelle che oggi animano gesti disperati come questo. L’uomo non può vivere senza ideali, e quando il sistema gli nega speranza e dignità, c’è chi sceglie, purtroppo, una via oscura per affermare il proprio valore.
Questo giovane pagherà, com’è giusto che sia. Ma dobbiamo chiederci: è lui l’unico colpevole? O la responsabilità si estende ai governi collusi che spingono i suoi cittadini sull’orlo della follia? È una domanda scomoda, certo, ma necessaria. Altrimenti, continueremo a scandalizzarci per gli effetti, ignorando le cause. E la prossima tragedia non sarà che una questione di tempo.
Di Anna Maria Smiraglia
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