17 Agosto 2024
6 droni militari americani strategici modello MQ-9 'Reaper', sono stati venduti al Governo italiano per 738mln di dollari (prezzo non solo dei droni, ma di tutto il sistema d'arma), nel quadro di un accordo bilaterale tra Stati Uniti e Italia. In un comunicato, il Dipartimento di Stato americano ha fatto sapere di aver approvato la vendita di sei Reaper e delle relative attrezzature all'Italia, le quali servirebbero a ricostituire la flotta di velivoli senza pilota dell'Aeronautica militare. Eppure, attualmente allo Stato italiano non risulta firmato alcun contratto di acquisto. L'accordo sarebbe ancora in fase negoziale e non si è ancora concluso, riferiscono fonti della Difesa, sebbene l'operazione, sottolineano fonti qualificate, rientra nel quadro di un accordo bilaterale governativo tra i due paesi approvato dieci anni fa.
Il caso ha sollevato polemiche, con il deputato di Alleanza Verdi Sinistra e portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli che in una nota attacca: "È incredibile che si continuino a trovare i soldi per le armi, in una situazione in cui abbiamo raggiunto il livello massimo di deficit pubblico. Vorremmo capire se l'acquisto dell'Italia dei sei droni d'attacco dagli Usa rientrino nei 28 miliardi di euro, con crescita annua del 5,5%, per le spese militari previste dalla legge di bilancio. Presenterò una interrogazione per chiedere al ministro Crosetto di chiarire queste nuove spese militari previste. I soldi per le armi si trovano, ma per le tac in sanità o l'istruzione no". Sulla stessa linea Filiberto Zaratti, capogruppo dell'Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera: "Apprendiamo che Washington ha reso noto di aver venduto all'Italia sei droni Reaper, specificando che si tratta di una partita 'chiesta dal governo di Roma' al prezzo di 738 milioni. Sarebbe stato chiuso un contratto senza che il governo abbia chiesto l'autorizzazione al Parlamento. Vogliamo subito un chiarimento, oppure dobbiamo pensare che il governo Meloni abbia agito con il 'favore delle tenebre'". La notizia della spesa in ambito militare, arriva a pochi giorni di distanza dall'allarme di Bankitalia sul debito pubblico, lanciato poichè quest'ultimo ha raggiunto il record storico di 3mila miliardi di euro, 50mila per ciascun italiano.
Fonti del ministero della Difesa spiegano che si tratterebbe di un iter di contrattazione per le vendite militari molto lungo, partita 12 anni fa e attualmente ancora in corso: la procedura si chiama Foreign Military Sales (FMS) ed inizia con una lettera di richiesta da parte del governo italiano inviata alla controparte americana, per l'acquisto del sistema d'arma, alla quale gli Usa rispondono a loro volta con una lettera d'accettazione. L'approvazione statunitense mediante quest'ultima lettera è condizione necessaria per poter procedere con le fasi successive, da parte italiana, ovvero per il nostro esecutivo di passare alla procedura vera e propria di eventuale acquisizione. Per questo il contratto non è stato ancora formalizzato e per questo nel documento di programmazione del Ministero della Difesa, presentato lo scorso ottobre dal ministro competente Guido Crosetto, in cui viene previsto l'acquisto di nuovi Reaper per sostituire i vecchi Predator, si fa riferimento allo stanziamento di soli 23 milioni in tre anni, e non di 738 milioni di dollari.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia