07 Luglio 2024
fonte: imagoeconomica.it
Viktor Orban va da Putin: il primo ministro ungherese, durante l’incontro al Cremlino, riceve un secondo no, dopo quello ucraino, alle sue proposte di pace.
Una seconda missione diplomatica che il premier ungherese si è auto conferito lo ha portato in Russia, poco dopo l’incontro con il leader ucraino Volodymyr Zelensky. Lui stesso ha definito la sua visita a Mosca una “missione di pace”, a cui, però, l’Unione Europea non ha reagito positivamente. Lo ha infatti accusato di minare all’unità dell’Unione Europea, dichiarando di non essere stata informata dei preparativi, come nel caso del viaggio in Ucraina. La NATO, invece, è pronta a discutere di quanto emerso nel vertice in programma a Washington previsto per la prossima settimana.
Per due ore e mezza Orban, unico leader europeo ad avere mantenuto dei buoni rapporti con la Russia, si è intrattenuto con il presidente Vladimir Putin al Cremlino. Un incontro lungo, durante il quale, però, è emerso il rifiuto di Putin al cessate il fuoco proposto dal premier ungherese. Come il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che aveva detto di non accettare compromessi sulla “pace giusta” di cui l’Ucraina a sua detta necessita, anche il presidente russo non è intenzionato a cedere a delle mezze misure. Ha infatti affermato di volere “una piena e definitiva conclusione del conflitto”.
In particolare, il presidente russo ha esposto il suo pensiero in merito al no alla pace di Kiev, affermando che l’Ucraina non ammette l'idea di un cessate il fuoco, poiché in questo caso scomparirebbe il pretesto per estendere il regime di legge marziale. Situazione che sarebbe molto problematica per il leader ucraino, spiega: “se l'Ucraina mette fine al regime di legge marziale, dovrà tenere le elezioni presidenziali, e lì le possibilità delle attuali autorità sono vicine allo zero”. In altri termini, la fine del regime marziale porterebbe Zelensky a non essere rieletto. Afferma anche che non dovrebbe esserci una tregua o una pausa per gli armamenti aggiuntivi del regime di Kiev; Mosca sostiene la fine completa e definitiva del conflitto e insiste sul ritiro completo di tutte le truppe ucraine dalle regioni Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Rimane un’apertura verso l’Ungheria: “È importante che, anche nell'attuale difficile situazione geopolitica, Mosca e Budapest continuino il loro dialogo”.
Orban, dal canto suo, riconosce che “le posizioni di Russia e Ucraina sono molto distanti tra loro, c'è ancora molto da fare per avvicinare la fine del conflitto”. Il leader ha detto di aver discusso con Putin del raggiungimento della pace in Ucraina e del percorso più breve per raggiungerla, ma per ora la missione di pace non ha sortito le conclusioni sperate.
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