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Elezioni Usa 2024, come sostituire Joe Biden alle presidenziali, cresce il nervosismo tra i democratici verso il primo dibattito - i nomi

Non sarà facile convincere il presidente a ritirarsi, anche per lo scontro feroce che si aprirebbe all’interno del partito

18 Giugno 2024

Usa, Biden si ricandida: annunciata la corsa per un secondo mandato alla Casa Bianca

Joe Biden, fonte: Imagoeconomica

Per ora, i commenti provengono principalmente dal mondo repubblicano. Non si nasconde il piacere di sottolineare la fragilità di Joe Biden, facendo circolare aneddoti e video sui momenti in cui il presidente sembra bloccato o confuso. Per questo, parlare della possibilità di sostituirlo prima dell’elezione ha una valenza doppia: indebolisce Biden nell’immediato, in quanto rafforza la narrazione già esistente della sua debolezza, e poi incoraggia gli altri a pensarci davvero, aprendo la porta ad un momento di caos nel partito democratico.

Le preoccupazioni sono cresciute negli ultimi mesi poiché Donald Trump continua a mantenere un leggero vantaggio nei sondaggi. La condanna nel processo di New York per frode ha avuto effetti limitati per ora, indicando al massimo la perdita di qualche voto ai margini per il candidato repubblicano. Inoltre, Biden ha il problema dell’economia: la disoccupazione è bassa e l’inflazione si è ridotta, ma la percezione della gente è comunque di un momento di difficoltà, poiché i prezzi di beni fondamentali come gli alimentari e la casa sono saliti parecchio in questi anni. Per la Casa Bianca sarebbe di grandissimo aiuto un taglio dei tassi d’interesse, per ridurre le rate dei mutui, ma la Fed segue una linea molto cauta, non volendo lasciare spazio al ritorno del fenomeno inflattivo.

Se il presidente dovesse avere momenti di confusione durante il dibattito del 27 giugno, le pressioni per sostituirlo diventerebbero forti. Il modo di farlo è chiaro, ma i problemi annessi sono molti. Intanto, la famiglia di Biden e i suoi consiglieri più stretti dovrebbero convincere il presidente che rimanere in corsa potrebbe assicurare il ritorno di Trump al potere, proprio l’esito che si vuole evitare. A quel punto, la Casa Bianca potrebbe tranquillamente annunciare un problema di salute urgente – non difficile da giustificare a oltre 80 anni e con la sua evidente fragilità – e quindi aprire le danze prima della convention di agosto.

La strategia migliore sarebbe di aspettare fino a poco prima dell’evento della nomina formale, per evitare una gara aperta in cui la vicepresidente Kamala Harris sarebbe avvantaggiata in termini di visibilità e rete politica. È chiaro che non sarebbe la candidata migliore, in quanto meno popolare perfino del presidente, e quindi occorre convincere anche lei a ritirarsi – praticamente impossibile – oppure creare una situazione dove i delegati democratici raggiungono un accordo dietro le quinte per puntare su qualcun altro più forte.

Chi sono i nomi papabili? Molti parlano di Gavin Newsom, governatore della California che ha mantenuto alto il profilo pubblico negli ultimi mesi, facendo campagna per Biden. Come personaggio avrebbe le carte in regola, ma sarebbe una scelta rischiosa in quanto proviene da uno stato considerato tra i più a sinistra del paese; per fare appello agli elettori indecisi degli stati post-industriali come Michigan e Wisconsin, sarebbe meglio contare su qualcuno con un profilo più moderato.

Il nome migliore da questo punto di vista potrebbe essere Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan. Entrerebbe in gioco la strategia di scegliere il candidato vice per assicurarsi uno stato specifico, mai così importante come nel Michigan quest’anno, a causa del malcontento tra i tanti democratici arabo-americani per la guerra a Gaza.

Ci sarebbe anche il governatore della Pennsylvania, altro stato essenziale per la vittoria: Josh Shapiro è più popolare del presidente nel suo stato e sembra in grado di rubare un bel numero di voti ai sostenitori di Trump nella white working class.

Ci sono altri nomi, dal Segretario dei Trasporti Pete Buttigieg a vari senatori e governatori di altri stati contesi. Mentre l’idea di ripescare Hillary Clinton, o ricorrere a una figura esterna come Michelle Obama o Oprah Winfrey, è allettante, ma anche piena di rischi e difficoltà, dalla reazione pubblica per una scelta poco democratica ai dissidi interni al partito. Rischi che potrebbero annullare il vantaggio di essere universalmente conosciuta.

In definitiva, convincere Biden a ritirarsi non sarà facile, ma se dovesse succedere, si aprirebbe una battaglia feroce, seppur breve, dietro le quinte per scegliere il candidato migliore per battere Donald Trump.

di Andrew Spannaus

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