Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Gaza, il 94% degli israeliani approva la guerra e chiede lo status quo perché non c'è alternativa: Hamas è l'Isis non il Che

Chi porta avanti la narrativa ‘Hamas come il Che' diventa un involontario strumento di questa grande minaccia per l'occidente

30 Maggio 2024

Auto elettriche flop in Italia, nel 2023 vendute 66mila contro le 300mila in Francia. Pochi incentivi ma anche costi alti per vetture e colonnine

Roger Abravanel, fonte: imagoeconomica

In un articolo su Milano Finanza a firma del professor Mannoni viene citato un sondaggio secondo cui per il 94% degli israeliani la continuazione della guerra a Gaza è giusta. Viene naturalmente da chiedersi come è possibile che tutti gli israeliani - non soltanto Netanyahu e i suoi seguaci - siano a favore della continuazione di un conflitto che costa tante vite. E come è possibile che dallo stesso sondaggio appaia un plebiscito a favore dello status quo in alternativa a ‘due popoli due stati'? Allora è vero che gli israeliani sono tutti dei guerrafondai estremisti di destra, sfacciati sostenitori delle violenze dei coloni?

C'è però anche chi si chiede com'è possibile che - nonostante le atrocità commesse il 7/10 - stia crescendo il supporto per un'organizzazione di stupratori e barbari assassini. E che molti occidentali inneggino a uno stato (perché Gaza lo è a tutti gli effetti) che ha massacrato 1.500 civili, stuprando, mutilando, uccidendo donne, decapitando e bruciando bambini innocenti, prendendo come ostaggi 250 donne, vecchi e bambini. E come le università siano diventate accampamenti di studenti che inneggiano a Hamas.

Tutti antisemiti? Non credo, per lo meno non la maggioranza.

Queste posizioni diametralmente opposte nascono da una visione profondamente diversa della natura e degli obiettivi di Hamas. Chi protesta, nella misura in cui è consapevole del per che cosa protesta (e molti non sanno neanche quali sono il fiume e il mare di from the river to the sea e che questo slogan significa la sparizione di Israele) pensa che Hamas sia un'organizzazione di liberazione nazionale. Hamas come Che Guevara o come il movimento di liberazione algerino. Il 7 ottobre, secondo loro, è il risultato dell'occupazione israeliana. Se avessero avuto uno stato, il 7 ottobre non sarebbe successo. Non si risolve il conflitto cercando di eliminare Hamas, ma consentendo la costituzione di uno stato palestinese.

Gli israeliani invece sanno che questa versione dei fatti è totalmente falsa. Ai palestinesi, guidati non dai fanatici religiosi di Hamas, bensì dagli apparentemente più moderati Arafat e Abu Mazen, furono offerti nel 2000 e 2008 accordi che prevedevano la costituzione di uno stato palestinese. Arafat lanciò in risposta la seconda intifada che costò la vita di oltre mille israeliani. Hamas è molto peggio.

Quando Israele si è unilateralmente ritirata da Gaza per unirla alla Cisgiordania e creare il potenziale Stato palestinese, il giorno dopo Hamas ha massacrato i ‘fratelli' di Fatah e, nel corso degli anni, ha lanciato 20mila razzi contro Israele. Hamas ha nel suo statuto l'esplicita eliminazione di Israele come un principio fondativo. È un'espressione diretta dei fratelli musulmani che hanno la missione di imporre con violenza la Sharia sui musulmani e la conversione o uccisione di tutti gli infedeli. Il califfato dell'Isis è stato la più recente espressione di questa visione. È stato giustamente combattuto da tutto l'occidente con molte più vittime civili rispetto all'azione israeliana a Gaza, senza che nessuno proferisse una parola di protesta. Hamas non cerca di creare uno Stato democratico che coesista accanto a Israele. Vuole il califfato governato dalla Sharia. Hamas (e Isis) non è come i guerriglieri algerini (che comunque non volevano buttare a mare i parigini) e Che Guevara, perché rivolge la sua violenza oppressiva, fascista, misogina in primis contro i palestinesi ‘martiri' di cui si fa scudo pur di continuare ad ammazzare israeliani. Difficile fare la pace con chi fa come Hitler a Berlino.

Oggi gli israeliani sanno che non esiste un'alternativa all'eliminazione di Hamas. E per questo motivo il 94% approva la guerra a Gaza e vuole lo status quo perché l'alternativa di una pace non è possibile con Hamas. Hamas ha scatenato il 7/10, spinto dall'Iran, appena sembrava che la pace fosse finalmente possibile grazie ai Paesi arabi moderati. Era inevitabile che i governi israeliani guidati dagli evangelisti della idea di ‘due popoli due stati' come Rabin, Peres, Barack e Ulmert, per decenni senza contraltari che volessero veramente la pace, venissero alla fine sostituiti da un governo incapace ed estremista che rafforza la narrativa degli israeliani guerrafondai e occupatori fascisti.

La chiusura dello articolo auspica infine un occidente meno anti-arabo, americani ‘più onesti' e un'Europa più coraggiosa (contro la violenza degli israeliani guerrafondai'). Il vero rischio è un altro ed è rappresentato dall'Islam radicale che uccide giovani al Bataclan come a Nova (durante il massacro del 7/10), realizzando la profezia di Oriana Fallaci di 25 anni fa di una ‘Eurabia'. Molti europei iniziano così a temere uno scenario simile a quello del Libano a maggioranza cristiana degli anni ‘60, in cui la demografia amica dell'Islam ha poi provocato massacri di cristiani e la distruzione della economia e società più di successo del Medio Oriente.

 

Chi porta avanti la narrativa ‘Hamas come il Che' diventa un involontario strumento di questa grande minaccia per l'occidente.

Di Roger Abravanel.

Fonte: Milano Finanza

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x