09 Marzo 2024
Fonte foto: Imagoeconomica.it
L'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi (l'Unrwa) sostiene che alcuni propri dipendenti, rilasciati a Gaza dopo essere stati detenuti dalle autorità israeliane, avrebbero segnalato e riferito di essere stati sottoposti a pressioni, minacce e torture (tra le quali, il waterboarding) per "dichiarare falsamente che l'agenzia avrebbe legami con Hamas" e che "il personale avrebbe partecipato agli attacchi dell'7 ottobre".
Queste affermazioni sono contenute in un rapporto dell'Unrwa datato febbraio 2024 che dettaglia accuse di maltrattamenti durante la detenzione in Israele. Juliette Touma, direttrice delle comunicazioni dell'Unrwa, ha dichiarato: "Intendiamo consegnare le informazioni contenute nel rapporto, non ancora pubblicato, a enti all'interno e all'esterno delle Nazioni Unite specializzati nella documentazione potenziale di abusi dei diritti umani. Quando la guerra giungerà al termine, sarà necessario condurre una serie di indagini su tutte le violazioni dei diritti umani". Una situazione che quindi richiama l'attenzione sugli ennesimi crimini commessi da Israele nell'ambito del conflitto a Gaza.
Secondo questo documento, diversi membri del personale palestinese dell'Unrwa sarebbero stati detenuti dall'esercito israeliano e avrebbero subito maltrattamenti e abusi: percosse fisiche gravi, waterboarding e persino minacce ai familiari. Il rapporto afferma inoltre che "i membri del personale dell'agenzia sono stati soggetti a minacce e coercizioni da parte delle autorità israeliane durante la detenzione, e costretti a dichiarazioni false contro l'Agenzia, compreso il fatto che l'Agenzia sarebbe affiliata ad Hamas e che i membri del personale avrebbero partecipato alle atrocità dell'7 ottobre".
Oltre ai presunti abusi subiti dai membri del personale dell'Unrwa, il rapporto cita più ampiamente accuse di maltrattamenti sui detenuti palestinesi, tra cui percosse, umiliazioni, minacce, attacchi di cani, violenza sessuale e decessi di detenuti privati di cure mediche. Una situazione certamente non di poco conto, alla quale presumibilmente Israele dovrà rispondere a breve.
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