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Gaza, no Anp a piano post guerra Netanyahu: “Destinato al fallimento”. E Lula ribadisce: “È un genocidio. Bimbi e donne vengono assassinati"

Il piano non è piaciuto all'Autorità nazionale palestinese, che lo ha respinto annunciando che è destinato al fallimento

24 Febbraio 2024

Nella notte tra giovedì e venerdì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha svelato il suo piano per il "giorno dopo", presentandolo al gabinetto di guerra per l'approvazione. Ecco i punti principali del progetto post-bellico. Un piano che non è piaciuto all'Autorità nazionale palestinese, che lo ha respinto annunciando che è destinato al fallimento. Nel frattempo dal Brasile il presidente Lula non fa marcia indietro e ribatte: "A Gaza è genocidio".

Gaza, no Anp a piano post guerra Netanyahu: “Destinato al fallimento”. 

Come detto, dal portavoce del presidente Nabil Abu Rudeina è arrivato un no secco al piano post guerra di Netanyahu. Rudeina ha infatti detto che "Gaza sarà solo parte dello Stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale, e qualsiasi piano diverso da quello è destinato al fallimento". "Israele - ha aggiunto - non riuscirà nei suoi tentativi di cambiare la realtà e i dati demografici di Gaza. Se il mondo vuole sicurezza e stabilità nella regione, deve porre fine all'occupazione e riconoscere lo Stato palestinese indipendente". 

Il piano post guerra di Netanyahu

Ma qual è il piano di Israele? Nella notte tra giovedì e venerdì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha svelato il suo piano per il "giorno dopo", presentandolo al gabinetto di guerra per l'approvazione. Ecco i punti principali del progetto post-bellico.

Il premier ha fatto sapere che gli obiettivi a breve termine della campagna rimangono invariati, e quindi: distruggere le capacità militari e le infrastrutture governative sia di Hamas che della Jihad islamica e garantire il rilascio degli ostaggi. Cambia la prospettiva nel medio termine: Israele intende mantenere la libertà di effettuare operazioni militari a Gaza. La volontà è quella di creare una zona cuscinetto attorno alla Striscia di Gaza, che rimarrà in vigore "finché ce ne sarà la necessità di sicurezza" e imporrà una "chiusura al confine meridionale" con l'Egitto per impedire la ripresa dell'attività terroristica. La chiusura sarà gestita con l'assistenza degli Stati Uniti e in cooperazione con l'Egitto "per quanto possibile". Infine, Israele manterrà anche il controllo della sicurezza sulla Cisgiordania, da terra, aria e mare, "per prevenire il rafforzamento di elementi terroristici in (Cisgiordania) e nella Striscia di Gaza e per contrastare le minacce verso Israele" provenienti da queste aree.

Per quanto riguarda il lungo periodo, la proposta di Netanyahu prevede che il governo civico della Gaza postbellica venga affidato a "professionisti con esperienza manageriale", "funzionari locali che non devono essere identificati con stati o organizzazioni che sostengono il terrorismo e non devono ricevere stipendi da loro", ma si usa un linguaggio vago. Inoltre, la ricostruzione di Gaza avverrà solo quando "la Striscia sarà smilitarizzata e sarà avviato il processo di deradicalizzazione". Israele lavorerà per garantire la chiusura permanente dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, UNRWA, e l'istituzione di un nuovo organismo internazionale. 

Lula ribadisce: “È un genocidio. Bimbi e donne vengono assassinati"

Dopo parole dei giorni scorsi, il presidente brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva ha ribadito le proprie accuse allo Stato ebraico, autore, a suo parere, di un "genocidio" a Gaza. "Ciò che sta facendo il governo israeliano non è una guerra, è un genocidio. Bambini e donne vengono assassinati" ha scritto sui social.

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