12 Febbraio 2024
Chemi Peres, fonte: imagoeconomica
Chemi Peres, figlio dell'ex premier israeliano ed ex premio Nobel per la pace nel 1994 Shimon Peres è stato intervistato in esclusiva dal Giornale d'Italia per discutere della situazione della guerra in Medioriente.
Allora Chemi, partiamo dalla domanda fondamentale. Perché Hamas è così radicata in Palestina?
"Hamas è un'organizzazione terroristica che ha come scopo la distruzione dello Stato di Israele, l'abbiamo sperimentato con il barbaro attacco del 7 ottobre. Pertanto la vera domanda dovrebbe essere un'altra. Perché i palestinesi hanno scelto come rappresentante della loro causa un'organizzazione terrorista e omicida? Si attendono repliche".
Ne hai dato una rappresentazione un po' troppo semplicistica, ma andiamo avanti. Dando per pacifico che Hamas sia un'organizzazione terroristica, come si sradica?
"In primo luogo il popolo palestinese deve rifiutare Hamas e scegliere una leadership che abbia come obbiettivo la pacifica convivenza con Israele. Secondo, Israele non può debellare da sola Hamas nei suoi territori, a Gaza o in Cisgiordania. É necessario un approccio globale, in tutto il mondo, prendendo di mira la leadership e le reti. Detto ciò, resta un altro problema, ovvero la capacità di Hamas di rigenerare le proprie fila sostituendo velocemente i miliziani morti in battaglia. Per questo è importante combatterli anche a livello ideologico".
Cosa ne pensi dei migliaia di ebrei e non ebrei che insieme, in tutto il mondo, stanno manifestando per un cessate il fuoco immediato?
"Non mi stupisce. Israele ha costantemente perseguito la pace fin dalla sua fondazione. L'ostacolo è Hamas. Nonostante le numerose sfide, Israele non ha mai smesso di dimostrare il suo impegno per la pace. Fin dalla risoluzione ONU 181 del 1947, Israele ha accettato il piano di ripartizione delle Nazioni Unite proprio come base per la pace. La soluzioni a due Stati, pur essendo uno arabo, non ha comunque impedito una guerra contro la neonata democrazia ebraica. Israele si è sempre seduta al tavolo offrendo anche alle vicine Cisgiordania ed Egitto soluzioni pacifiche, senza dimenticare i negoziati con la Siria e gli Accordi di Oslo. Tuttavia, Hamas ha ricoperto un ruolo fondamentale per impedire la pace. Il loro rifiuto di riconoscere il diritto di Israele a esistere, la presa di potere con la violenza a Gaza nel 2007, e gli atti di terrorismo hanno perpetuato spargimenti di sangue e instabilità. Solo la rimozione di Hamas dall'equazione permetterebbe di proseguire un discorso di pace".
Molti giornalisti israeliani e cronisti internazionali, affermano che Netanyahu stia portando avanti questo conflitto solo per sfuggire ai suoi guai con la giustizia
"La guerra a Gaza è l'unica risposta sensata all'attentato del 7 ottobre di Hamas. Israele non ha voluto questo conflitto. Le operazioni militari servono per riportare a casa i 137 ostaggi. Hamas negli ultimi 15 anni ha ricevuto i soldi per la popolazione di Gaza e ci ha costruito un arsenale militare e una rete di tunnel sotterranei che hanno permesso il massacro del 7 ottobre. Questa è una guerra per difendere Israele, non una questione personale".
Per combattere il terrorismo e raggiungere la pace, secondo te sarebbe sufficiente restituire le terre occupate illegalmente da Netanyahu?
"Il mondo intero deve unirsi e combattere il terrorismo. La formulazione di questa domanda è inaccettabile, perché implica che vi siano circostanze in cui il terrorismo è leggittimo, è consentito massacrare le persone, violentare le ragazze e mutilare i loro corpi. Il terrorismo è illegittimo in ogni angolo del mondo e va combattutto con ogni mezzo finché non viene eliminato. Così è stato nella seconda Guerra Mondiale, così è stato per i Talebani. Non eliminare Hamas non è una minaccia per la sola Israele, ma anche per l'Italia, l'Europa e il mondo".
Che idea ti sei fatto del processo di fronte la Corte dell'AIA contro Israele?
"Il 7 ottobre Hamas ha compiuto un atto genocida contro Israele. Chi dovrebbe essere sotto processo è Hamas, non Israele che si sta semplicemente difendendo per portare a casa i suoi ostaggi. Il processo è una cosa vergognosa. Hamas ha ucciso 1.400 innocenti, ha violentato e mutilato donne, ha rapito 240 persone. Qualsiasi Paese avesse subito una cosa del genere, avrebbe reagito con una ritorsione, però se reagiscono gli israeliani vanno messi sotto processo. A mio avviso è un'altra forma di antisemitismo".
Le immagini delle atrocità commesse dai soldati dell'IDF hanno fatto il giro del mondo. Esiste una giustificazione a questa violenza gratuita?
"Le uniche atrocità sono quelle di Hamas contro gli Israeliani. Israele si sta solo difendendo, rispettando il diritto internazionale ed evitando accuratamente di colpire la popolazione civile. É Hamas che ha la sua infrastruttura di morte nel cuore di Gaza mettendo in pericolo degli innocenti. Questo è atroce, Hamas è completamente disinteressata al suo popolo. Israele invece rispetta la vita umana".
Gli Stati Uniti stanno valutando di riconoscere lo Stato palestinese. É ancora una soluzione possibile secondo te?
"I palestinesi devono volere veramente questa soluzione. Innanzitutto devono smettere di terrorizzare Israele, poi devono educare i loro figli alla pace e non all'odio. La mano di Israele è stata sempre tesa per la pace e la cooperazione, ma chi vuole due Stati non fa quello che ha fatto Hamas il 7 ottobre. Con Hamas ancora viva, la soluzione a due Stati non porterà a niente".
In chiusura, permettimi di farti una domanda a cui tengo particolarmente. Come avrebbe reagito tuo padre all'attacco del 7 ottobre?
"Mio padre è sempre stato un servitore della pace. Posso solo immaginare cosa avrebbe fatto. Pur non perdendo la speranza per la pace, sarebbe rimasto sconvolto dalla violenza di Hamas e avrebbe fatto qualasiasi cosa per distruggerla e riportare a casa gli ostaggi".
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