03 Ottobre 2023
“Non accettiamo la carità”. Non usa mezzi termini il presidente della Tunisia, Kais Saied, che dice “no” ai fondi offerti dall’Unione Europea in cambio di impegni nel controllo dei flussi migratori. Saied, in una nota diffusa sulla pagina Facebook della presidenza, parla di “importo irrisorio” che viola sia lo spirito del memorandum of understanding siglato a luglio con Bruxelles sia gli esiti della conferenza di Roma sulle migrazioni. Le ragioni del rifiuto, però, vanno oltre la questione soldi previsti per la Tunisia ma riguardano la proposta in sé.
Netti i toni del comunicato: «La Tunisia, che accetta la cooperazione – si legge nel testo - non accetta la carità né l’elemosina. Il nostro Paese e la nostra gente non vogliono pietà, ma esigono rispetto. La Tunisia respinge quanto annunciato nei giorni scorsi dall’Ue, e non per l’importo, perché tutta la ricchezza del mondo non vale un grammo della nostra sovranità ma perché la proposta contraddice il memorandum d’intesa firmato a Tunisi nello spirito che ha prevalso alla conferenza di Roma dello scorso luglio». La Tunisia, si legge ancora nel testo, «sta facendo tutto il possibile per smantellare le reti criminali che trattano esseri umani e organi umani», anche se il «nostro Paese non è mai stato la causa di questa miseria che vive la maggior parte degli africani».
Il Memorandum of understanding è stato mediato dalla premier Giorgia Meloni e firmato dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e l'ex premier olandese Mark Rutte. A fine settembre c’è stata la comunicazione del via libera a un primo blocco da 127 milioni di euro e la possibilità di stanziare “rapidamente” altri 42 milioni. Secondo la Commissione europea, i fondi dovrebbero essere utilizzati anche per riparare le imbarcazioni della Guardia costiera tunisina, per cooperare con le organizzazioni internazionali e quindi per la "protezione dei migranti" e per le operazioni di rimpatrio dei profughi dalla Tunisia ai loro Paesi d'origine. Il memorandum d'intesa tra la Tunisia e l'Ue prevede anche un aiuto diretto di 150 milioni di euro nel 2023 per risanare il bilancio tunisino. Offerte che Saied oggi definisce “elemosina” chiedendo “rispetto” per la sua nazione.
Le coste tunisine rappresentano la base di partenza principale degli oltre 130mila sbarchi registrati in Italia dall’inizio del 2023.
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