10 Settembre 2023
Meloni e Li Qiang, fonte: Radio Cina Internazionale
Il G20 a New Delhi è stato l'occasione per l'Italia di allontanare definitivamente la via della Seta, quell'accordo fatto di scambi commerciali con la Cina. La premier ha incontrato il premier cinese Li Qiang, al quale ha ribadito una via d'uscita "soft" spiegando di voler creare un canale con Pechino per "rafforzare le relazioni", e "consolidare e approfondire" ancora di più il dialogo con Roma.
Per Palazzo Chigi al termine dell'incontro al G20 tra Meloni e Li, è venuta fuori la "comune intenzione di consolidare e approfondire il dialogo tra Roma e Pechino sulle principali questioni bilaterali e internazionali". Ma è un altro il caso a tener banco, ovvero il fatto che l'uscita dalla via della Seta sia stata architettata dagli Usa. Una tesi che la premier prova a respingere: "È stata una scelta nostra, gli Usa non c'entrano".
Se così fosse, la leader di FdI continuerebbe la sua linea atlantista che ha adottato da quando si è insediata a Palazzo Chigi, in netta continuità coi governi precedenti, vedi la posizione sull'Ucraina. Lo scorso luglio l'irritazione di Pechino: Sebbene non sia chiaro se l'Italia sarà in grado di resistere alle pressioni o all'influenza degli Stati Uniti, ci auguriamo comunque che abbia un atteggiamento sobrio e non si lasci trasportare dalla geopolitica".
Adesso però l'addio è realtà. Meloni parlerà oggi al G20, dopo aver incontrato anche il premier indiano Modi. I due paesi hanno per il momento tenuto un atteggiamento sobrio sulla scelta. La presidente del Consiglio entro la fine dell'anno sarà in Cina per rassicurare il Paese sul proseguo delle relazioni e senza la Via della Seta, il Partenariato strategico globale attivo da 19 anni "costituirà il faro per l'avanzamento dell'amicizia e della collaborazione tra le due nazioni in ogni settore di comune interesse".
Li Qiang ha auspicato una "relazione sana e stabile", "necessaria per un migliore sviluppo". Nel nuovo quadro di rapporti bilaterali l'Italia dovrà garantire "un ambiente imprenditoriale equo, giusto e non discriminatorio" alle aziende cinesi, mentre Pechino "continuerà ad espandere l'accesso al mercato per creare maggiori opportunità per i prodotti di qualità italiani".
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