25 Agosto 2023
foto @Telegram
L'ironia di Zelensky sulla morte di Prigozhin, pur chiarendo l’estraneità dell’Ucraina ai fatti, può avere un duplice significato: l’esaltazione mitomaniaca di un evento da parte di chi vuol lasciare intendere di aver avuto il suo ruolo in un’operazione che ha fatto parlare tutto il mondo ma, in realtà, lo ha solo appreso dai media o, più semplicemente un messaggio subliminale al suo nemico numero uno, Vladimir Putin: “ecco di cosa sono capace grazie ai miei supporters”.
Le ipotesi che si sono susseguite sulla morte di Prigozhin sono state tantissime: da quella più accreditata, suffragata anche da testimonianze oculari, relative ai missili terra – aria, fino al posizionamento di un ordigno sul velivolo.
In ogni caso, in questa storia c’è “un infame”, ossia chi ha rivelato dove si trovasse con certezza l’ex capo della Wagner e nulla esclude che la “soffiata” sia partita proprio dall’interno del gruppo paramilitare, considerati i continui malumori tra i mercenari per la corresponsione dello stipendio e le difficoltà finanziarie dopo il fallito ammutinamento dello scorso giugno.
Una cosa è certa, l’ironia di Zelensky non è casuale o spontanea: sta bluffando? Potrebbe, essendo abituato agli show e ai travestimenti, ma la realtà potrebbe essere anche quella ipotizzata dal generale russo in pensione Leonid Rešetnikov, che ha parlato di “regia inglese ed esecutori ucraini”.
Perché mai l’Ucraina avrebbe avuto interesse ad eliminare Prigozhin e a non rivendicarlo? Il concetto è semplice: eliminare Prigozhin a soli due mesi dal tentato ammutinamento, quindi con una “vendetta a caldo” e non servita fredda come si suole dire, ha portato una grande fetta degli esperti mondiali, oltre all’opinione pubblica, a credere che questa sia stata la punizione di Putin per aver osato sfidarlo, quindi per sottolineare la “minaccia” che lo zar russo rappresenterebbe per il mondo intero. Questo a pro di che? A rafforzare, ovviamente, il supporto dell’Occidente nei confronti dell’Ucraina, magari accelerando l’ingresso nella Nato e continuando con l’invio di armi.
Una trovata che non sarebbe sicuramente improbabile, considerando i diversi tentativi che Zelensky ha messo in atto in questo anno di guerra, della sua guerra, per trascinarvi dentro quanti più attori possibili.
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