21 Giugno 2023
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L’incontro tra Meloni e Macron sembra aprire una nuova strada al dialogo tra i due paesi, con il rinnovo del Trattato del Quirinale e l’intesa sull’immigrazione e il conflitto ucraino. In realtà, un’amicizia vera e propria non sarà mai possibile tra due paesi che storicamente hanno sempre preso strade diverse e per certi versi addirittura opposte. Resta da dire che l’appoggio offerto da Macron per quanto riguarda l’immigrazione, potrebbe essere un punto di svolta per l’Italia e un punto di partenza per una nuova e migliore gestione del flusso migranti, anche se l’Eliseo tende la mano a Meloni per interessi prettamente personali e politici.
Macron ha sottolineato il sostegno all'Italia sul piano migranti ma la prova del nove avverrà a breve, durante il Consiglio europeo a Bruxelles alla fine del mese, dove si affronterà la questione. Questa è una delle questioni più urgenti per il governo italiano, poiché con l'arrivo dell'estate si prevede un ulteriore aumento degli sbarchi, in particolare se non si troverà una soluzione per la Tunisia. Oltretutto, dopo i recenti viaggi di Meloni in Tunisia e la visita dei ministri dell'Interno tedesco e francese, Nancy Faeser e Gérald Darmanin, hanno espresso giudizi poco lusinghieri sulla gestione italiana dei migranti.
Le sfide tra Italia e Francia sono numerose e complesse. Due importanti appuntamenti si avvicinano: il vertice Nato per ribadire il sostegno congiunto e a 360 gradi all'Ucraina, leggasi escalation e il Consiglio europeo. La volontà dei due paesi di lavorare insieme contro il rigore di Berlino sulla questione ucraina, basandosi sul Patto di Stabilità è la priorità assoluta.
Per quanto riguarda L’Expo 2030 e la proposta avanzata da Meloni per ospitare l’evento a Roma, l’amicizia e il supporto di Macron svaniscono nel nulla. Il presidente francese ha ribadito le sue preferenze per l’Arabia Saudita, sottolineando la sua volontà di tenere l’esposizione a Ryiad. A rendere ancora più critica la situazione è proprio il discorso della premier italiana. Durante la conferenza stampa di Meloni per la candidatura di Roma all'Expo 2030, si è notata infatti una scelta curiosa e addirittura imbarazzante: rivolgersi alla nazione francese, storicamente sciovinista e ancora risentita per le conquiste di Giulio Cesare, sottolineando l'universalità dell'Antica Roma. Oltretutto, invece di citare autori francesi che hanno amato Roma, come Stendhal o Proust, la premier italiana ha optato per Goethe, un tedesco con cui la Francia ha avuto rivalità storiche e che ancora non ha dimenticato l'occupazione nazista di Parigi e la collaborazione con il regime.
Nonostante le "controversie" riconosciute da Macron, il presidente francese ha sottolineato l'importanza dei legami tra le due nazioni, compresi quelli culturali, economici e accademici. Tuttavia, le dichiarazioni enfatiche di alcuni ministri e membri del partito di Macron sono state ridotte a meri interessi di politica interna. Tant’è che non né l’Eliseo né Meloni hanno discusso di affari che potrebbero fruttare all’Italia, come la questione Vivendi- Rete Tim o la Tav Torino-Lione. Un’altra prova che l’incontro di ieri si è sbilanciato più verso gli interessi francesi che quelli italiani.
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