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Julian Assange, estradizione "pericolosamente vicina": rigettato l'appello dalla Corte inglese. Negli USA rischia 175 anni di carcere

Julian Assange potrebbe essere a breve estradato negli Sti Uniti. L'Alta Corte inglese ha rigettato l'appello della difesa del fondatore di Wikileaks che negli USA rischia 175 anni di carcere

09 Giugno 2023

Julian Assange, estradizione "pericolosamente vicina": rigettato l'appello dalla Corte inglese. Negli USA rischia 175 anni di carcere

L’Alta Corte inglese ha rigettato le motivazioni d’appello del team legale del giornalista Julian Assange, da quattro anni nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh. Il fondatore di Wikileaks è ora considerato “pericolosamente vicino” all’estradizione negli Stati uniti, dove rischia fino a 175 anni di carcere per la diffusione di documenti compromettenti sulla condotta di Washington in Medio Oriente.

Alta Corte inglese rigetta gli appelli di Assange, estradizione negli USA sempre più vicina

Martedì 6 giugno l’Alta Corte di Londra ha emesso tre pagine di sentenza in cui vengono respinti tutti gli otto appelli promossi dal team legale di Julian Assange per impedire che il giornalista sia estradato negli Stati Uniti. L’ordine di estradizione era stato promulgato dal Ministro degli Interni del Regno Unito Priti Patel nel giugno del 2022 e aveva subito incontrato la ferma opposizione della difesa, nonché di una buona parte dell’opinione pubblica occidentale.

Ora che l’Alta Corte ha rigettato i motivi di appello di Assange, tuttavia, l’estradizione è “pericolosamente vicina”: l’uomo che per anni è vissuto sotto assedio nell’ambasciata londinese dell’Ecuador rischia di passare il resto della sua vita in un carcere federale al di là dell’Atlantico (si parla di una pena totale combinata di 175 anni), a causa della sua attività giornalistica e della diffusione di documenti compromettenti per la condotta delle operazioni militari di Washington in Medio Oriente. Gli avvocati di Assange hanno già comunicato che depositeranno la prossima settimana una nuova richiesta di appello per cercare, fino all’ultimo, di salvare il proprio cliente.

Nelle ore successive al pronunciamento della Corte, sono iniziati ad arrivare alla stampa i primi commenti di diverse persone vicine al giornalista. Il primo è quello del padre di Assange, John Shipton, che ha affermato: “I motivi degli appelli di mio figlio erano chiari, puntuali e giusti. La famiglia di Julian veglia, inorridita, mentre le persone imparziali di tutto il mondo guardano con profonda inquietudine e allarme”.

Alla base della difesa del giornalista, infatti, ci sarebbe la considerazione che la persecuzione mossagli dal governo Stati Uniti è motivata da ragioni politiche. Questo renderebbe, per il Regno Unito, incostituzionale la sua estradizione, perché violerebbe il trattato anglo-americano che vieta azioni di questo tipo in caso di presunti reati politici.

Oltre a questo, il team legale sostiene come le azioni di Assange siano tutelate dalla Costituzione inglese, che sostiene la libertà di parola, di fatto apparentemente non riconoscendo illegalità in quanto fatto dal giornalista fondatore del sito Wikileaks. Nonostante questo, l’uomo si trova da quattro anni nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel sud-est di Londra, una struttura chiamata “la Guantanamo inglese”.

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