10 Febbraio 2023
Fonte: Imago
La prima mossa a sorpresa sulle sanzioni alla Siria arriva dagli Usa che hanno deciso di sospenderle per sei mesi. Il Paese martoriato dal terremoto assieme alla Turchia è sotto la morsa delle sanzioni dell'Occidente da anni e negli ultimi giorni si è ferocemente aperto il dibattito sul fatto se convenga o meno mantenerle al fine di consentire il passaggio dei soccorsi per le vittime del devastante sisma. Un dibattito che coinvolge anche l'Ue che al momento si guarda bene dal toglierle: Bruxelles ha imposto le sanzioni a Damasco nel 2011 e non le ha più tolte. E il presidente Biden ha intanto annunciato che gli Usa forniranno 85 mln di dollari in aiuti iniziali a Turchia e Siria, in medicine, alloggi e altri rifornimenti.
Partecipe vi è anche l'Italia che al momento nicchia sulla questione. Il Paese da 13 anni risulta sostanzialmente diviso in tre parti a causa di una guerra civile in atto: le aree controllate dal governo; una parte controllata dalle forze curde sostenute dagli Stati Uniti e una sacca controllata dall'opposizione nel nord-ovest. Damasco ha incolpato i Paesi occidentali riguardo la difficoltà nel portare a termine gli aiuti nelle provincie terremotate sotto il proprio controllo.
Un invito pochi giorni fa è arrivato da parte della Cina, rivolto agli Usa, i quali "dovrebbero mettere da parte l'ossessione geopolitica, revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria e aprire la porta all'assistenza umanitaria di fronte alla catastrofe". Invito accettato, forse l'unico punto in comune delle due nazioni nell'ultimo periodo tra questione taiwanese e palloni spia. E l'Europa?
L'Unione Europea non ha ancora revocato le sanzioni alla Siria. Bruxelles imputa i ritardi nei soccorsi alla "situazione umanitaria desolante da oltre un decennio" nel Paese, rivendicandone l'uso. Come ha ricordato il commissario Ue per la gestione delle crisi Janez Lenarcic, le sanzioni "sono state imposte dal 2011 in risposta alla violenta repressione del regime siriano contro la sua stessa popolazione civile, incluso l'uso di armi chimiche".
A dispetto di ciò, Ong e associazioni riflettono un pensiero diverso: le sanzioni inflitte al Paese stanno rallentando i soccorsi. La Comunità di Sant'Egidio si è schierata a favore del paese terremotato: "Riteniamo sia giunto il momento di sospendere le sanzioni per permettere ai soccorsi di giungere copiosi e il più rapidamente possibile, in aiuto alla popolazione stremata dalla guerra e dal sisma". Un grido di aiuto che sembra destinato a cadere nel vuoto. Bruxelles ha deciso di tenere la sua linea: no alla rimozione dell'embargo, sì aiuti alla Turchia. La motivazione: "Loro ce lo hanno chiesto, Damasco no".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia