30 Dicembre 2022
Fonte: Imago
Pezzo in aggiornamento
L’ultimo in ordine di tempo è stato Israele. Ai cittadini stranieri provenienti nel Paese mediorientale viene richiesto di mostrare un test negativo di Covid al momento dell'atterraggio all'aeroporto di Tel Aviv. Lo ha reso noto il ministero della Sanità, che ha consigliato agli israeliani di non recarsi per ora in Cina “se non per ragioni assolutamente essenziali”. Il governo italiano è stato il primo in Occidente a reintrodurre l’obbligo del tampone rapido anti-Covid per tutti i passeggeri in arrivo dalla Cina. Per loro lo scalo milanese di Malpensa aveva previsto il tampone facoltativo già il 26 dicembre. Dal 29 dicembre i test sono diventati obbligatori anche per i passeggeri arrivati in Italia dopo uno scalo.
Anche la Spagna, nell’Ue, ha seguito l’Italia. Il governo di Pedro Sánchez ha annunciato l’istituzione di “controlli” nei suoi aeroporti per i viaggiatori provenienti dalla Cina per assicurarsi che non siano portatori del virus del Covid. In una breve conferenza stampa a Madrid, il ministro della Salute, Carolina Darias, ha indicato che a questi viaggiatori verrà chiesta “la prova che siano negativi o un percorso vaccinale completo”. Nel resto dell’Unione europea, invece, si prende tempo. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ritiene “ingiustificata”, almeno per ora, una verifica obbligatoria a livello europeo dei sintomi del Covid per i viaggiatori provenienti dalla Cina, dato che i livelli di immunità e di vaccinazione dei Paesi europei “sono relativamente elevati”. Anche la Francia si arrende all'evidenza. I viaggiatori che si sono imbarcati in Cina e sono diretti a Parigi dovranno presentare un tampone per rilevare il Covid negativo alla partenza del loro volo. Stessa misura intrapresa dalla Gran Bretagna. Per la Germania l’attuale ondata di contagi Covid in Cina non costituisce un motivo sufficiente a imporre nuove misure in ingresso perché non ci sarebbero indizi di una nuova variante del virus più pericolosa di quella che si sta propagando in Germania.
Gli Stati Uniti si apprestano a chiedere a quanti sbarcano dalla Cina di esibire un test negativo effettuato non più di 48 ore prima della partenza, ma la misura scatterà il 5 gennaio. In Asia sono diversi i Paesi che si sono attivati. Per primo il Giappone, che ha iniziato a richiedere test anti-Covid a tutti i passeggeri in arrivo dalla Cina. I voli da Hong Kong e Macao potranno atterrare in altri tre aeroporti a condizione che non vi siano passeggeri che siano stati nella Cina continentale nei sette giorni precedenti il volo, mentre in India il governo ha annunciato che a partire da domenica 1 gennaio i viaggiatori in provenienza da Cina, Giappone, Corea del Sud, Singapore e Thailandia dovranno presentare un test anti-Covid negativo per poter entrare nel Paese. Anche Seul ha annunciato che dal 5 gennaio richiederà ai viaggiatori provenienti dalla Cina di mostrare il tampone negativo, come negli Usa.
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