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Russia, trovato impiccato Roman Malyk, responsabile della mobilitazione; i dubbi dei parenti: "Non è suicidio"

Inquietanti retroscena sulla morte dell'ufficiale russo: suicidio o omicidio politico di un personaggio scomodo?

17 Ottobre 2022

Russia, trovato impiccato Roman Malyk, responsabile della mobilitazione; i dubbi dei parenti: "Non è suicidio"

Il cadavere di Roman Malyk, ufficiale russo di alto grado responsabile del reclutamento e dell'invio dei coscritti in Ucraina, è stato trovato, impiccato, nella sua abitazione, situata in un villaggio della regione di Primorsky. Recente capitolo di una "epidemia di omicidi" che ha travolto la Russia di Putin da inizio guerra, con morti misteriosi e apparentemente accidentali di figure di alto profilo. Se l'ipotesi ufficiale è quella del suicidio, i famigliari hanno negato che

Impiccato il responsabile della mobilitazione, la famiglia: "Uomo forte e coraggioso, non si è suicidato"

Malyk aveva 49 anni ed era un militare di carriera, veterano delle guerre cecene e padre di famiglia, con due figli. Famiglia che ha negato risolutamente l'ipotesi del suicidio: è stato descritto come un uomo "forte e coraggioso", sostenendo di non aver visto nessun segno che lasciasse intendere l'intenzione dell'uomo di togliersi la vita. Gli inquirenti, tuttavia, non escludono affatto che si sia tolta la vita.

Malyk presenziava all'organizzazione della cosiddetta mobilitazione parziale, ossia il decreto attraverso cui Vladimir Putin ha richiamato dai 300.000 ai 900.000 riservisti da inviare sul fronte ucraino per difendere "l'integrità territoriale dello stato russo". Mobilitazione che, a differenza della guerra, sostenuta dalla maggior parte dei russi, è stata accolta con dissapori, proteste e persino attacchi con molotov dei centri di reclutamento; l'ipotesi dell'omicidio politico di una figura legata a questo processo scomodo e impopolare è dunque plausibile.

Gli autori di un omicidio potrebbero essere dissidenti, ma è più probabile che si tratti di un regolamento di conti interno ai vertici del potere russi, che non di rado hanno utilizzato "suicidi" simulati come metodo per sbarazzarsi di figure scomode. Non è chiaro, per ovvie ragioni, in che misure Malyk potesse essere una figura scomoda, e dove si inseriva nel complesso gioco di fazioni che ruotano attorno al regime di Vladimir Putin.

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