24 Agosto 2022
Nonostante i fallimenti nella gestione della politica a casa, Boris Johnson resta un grandissimo sostenitore della causa ucraina. In occasione della festa di indipendenza ucraina (che segna anche il sesto mese di guerra) l'ormai ex premier britannico si è diretto a Kiev per esprimere la propria vicinanza a Zelensky e il suo paese.
Il premier britannico è stato indubbiamente una delle figure più attive nel sostegno diretto allo sforzo difensivo ucraino. Non solo attraverso l'invio di materiali e armi, ma soprattutto addestrando migliaia di reclute ucraine nelle basi sul suo territorio; oltre, infine, al sostegno nell'intelligence e nella guerra di informazione.
Johnson ha ribadito la piena fiducia nella vittoria finale di Kiev, annunciando inoltre 45 milioni di aiuti militari in forma di munizioni e soprattutto di droni di ultima generazione. Non droni da battaglia, come i Bayraktar tanto risolutivi nel massacrare le colonne russe a inizio conflitto, ma soprattutto droni da ricognizione, fondamentali per individuare e seguire i bersagli nemici.
Particolarmente pregevoli i micro-droni Black Hornet, difficilissimi da individuare e per questo efficacissimi nel targeting e nella raccolta di informazioni. Dovrebbero arrivarne 600.
Ulteriori aiuti riguardano munizioni intelligenti, fondamentali nel vincere duelli di artiglieria che condizionano sempre maggiormente il corso della guerra.
Insomma, sembra che nonostante ma sconfitta a casa, Johnson non rinunci al suo determinato sostegno a Kiev.
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