15 Giugno 2022
Joe Biden (fonte foto LaPresse)
Alla fine gli USA hanno deciso e fanno sapere al mondo mediante l'ambasciatrice americana Smith: "La nato si rafforzerà a est, Mosca non è seria nei negoziati" - e aggiungono - "Armeremo Kiev".
L'annuncio arriva direttamente dalla Casa Bianca dove i funzionari di governo fanno sapere che gli americani hanno intenzione di rifornire di attrezzature militari Kiev, così rispondendo all'annuncio di Volodymyr Zelensky nella giornata di ieri dove aveva chiesto "più armi antimissile".
Risponde perfettamente all'annuncio e in tempi molto brevi Biden che, dopo aver rimproverato Zelensky di non averlo ascoltato quando lo avvertiva dell'invasione imminente, cede come un buon padre alla richiesta di missili per far cessare la guerra.
La richiesta di Zelensky era stata molto chiara: "continuiamo a dire ai nostri partner che l'Ucraina ha bisogno di moderne armi anti missilistiche. Il nostro paese non ha ancora un livello sufficiente. Il ritardo non può essere giustificato. Lo so sottolineerò costantemente quando parlerò con i nostri partner. Abbiamo fatto le prime richieste di sistemi anti missilistici molto prima dell'invasione su vasta scala".
Sì, ha detto proprio così: "il ritardo non può essere giustificato". Non c'è perdono dunque per l'occidente che come uno scolaretto che arriva sempre tardi a scuola perde la lezione più importante, quella, secondo Zelensky, di rifornire Kiev di sistemi anti missilistici.
E la Casa Bianca obbedisce ai dictat di Zelensky. Il segretario Usa alla Difesa Lloyd Austin ha aperto la riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina presso la sede della Nato a Bruxelles “Sono grato per la significativa assistenza alla sicurezza dell’Ucraina che questo Gruppo di contatto ha fornito fin qui, ma non possiamo permetterci di mollare. Non possiamo perdere velocità. La posta in gioco è troppo alta. L'Ucraina sta affrontando un momento cruciale sul campo di battaglia".
Ma quello che ancora non è comprensibile è in che modo l'occidente abbia voluto stimolare Mosca ad un tavolo delle trattative. Ieri la notizia che Mario Draghi era in Israele per favorire il dialogo diplomatico con Putin, poi la smentita e l'annuncio: "È per il gasdotto della pace", l'EstMed che però sarà pronto soltanto fra un po' di anni.
La verità è che come sono falliti i corridoi del grano per la diffidenza dei vertici di Kiev che avrebbero dovuto accettare lo sminamento da parte di Putin delle coste ucraine di Odessa, allo stesso modo non c'è stata nessuna ulteriore offerta, soltanto la chiusura dello spazio aereo sulla Serbia In occasione della visita di Lavrov poi cancellata, e la totale inefficienza persino dell'ONU nella costruzione di corridoi del grano verso il Nord Africa a cui ha dovuto mettere mano il Cremlino.
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