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Guerra in Ucraina, Soros sfida la Russia e chiama Draghi: "Serve leader per un progetto federale europeo"

Il finanziere George Soros ha scritto al premier Mario Draghi, descrivendolo come leader europeo più capace di portare avanti il progetto per un'Europa federale

24 Maggio 2022

Guerra in Ucraina, Soros sfida la Russia e chiama Draghi: "Serve leader per un progetto federale europeo"

Fonte: Facebook pagina parliamone

Il finanziere George Soros ha scritto al premier italiano incarico Mario Draghi e lo ha incoronato come leader europeo più capace di portare avanti il progetto per un'Europa federale. "Gli ho scritto ieri una lettera in cui dico che l'Europa, che detiene i gasdotti, ha in realtà una posizione di forza maggiore rispetto alla Russia", ha esordito Soros. Poi ha descritto Draghi come il leader europeo "in grado di far avanzare" le posizioni europee, e che ha "l'iniziativa, l'immaginazione, l'alta reputazione" necessarie per il braccio di ferro con Mosca e per per far avanzare un progetto federalista in Europa. "Non è l'unico leader, e in questo momento i politici europei sono in una fase creativa". Quello che serve "è un passo avanti verso un'Europa parzialmente federata, sarebbe un vantaggio enorme". 

Guerra in Ucraina, Soros sfida la Russia e chiama Draghi

"Putin - ha detto Soros - sta ricattando l'Europa minacciando di trattenere il gas, che ha messo a riserva piuttosto che alimentare le forniture all'Europa". E ancora: "La posizione negoziale di Putin non è forte come sembra e come Putin finge che sia: si stima che per luglio i depositi russi saranno al massimo, e l'Europa è il solo mercato di sbocco russo". Soros ha dunque paventato il rischio che la Russia debba presto "chiudere in Siberia circa 12.000 punti d'estrazione difficili da riaprire perché vetusti".

"È urgente che si prepari a usare il suo potere negoziale" e deve anticipare al massimo i preparativi per rendersi indipendente dalla Russia, prima della prossima stagione fredda, impedendo a Putin di chiudere i rubinetti finché tale mossa può fare ancora male. A quel punto, la strada indicata dal finanziere e filantropo di origine ungherese è "imporre una pesante tassa sulle importazioni di gas, in modo che il prezzo al consumo non scenda, ma la Ue guadagni un gettito in da usare per sostenere i poveri e investire in energia verde". In questo modo "la Russia non recupererà mai le vendite che ha perso" e l'Ue avrà dato un forte segnale di unità e assestato un colpo al "dittatore" di Mosca.

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