14 Aprile 2022
Tutta colpa della Nato. Lo dice la Cina, lo pensano anche altri. Secondo la visione di Pechino, la guerra in Ucraina è una diretta responsabilità della "mentalità da guerra fredda" degli Stati Uniti e di parte dell'occidente, incarnata nell'approccio della Nato che "è superata e non è più un organizzazione difensiva" secondo Jan Oberg, fondatore e direttore della Fondazione transnazionale per la ricerca sulla pace e sul futuro, con sede in Svezia, e del quale il China Daily ospita un lungo articolo.
Il Patto atlantico aveva la sua "ragion d'essere" nella guerra fredda che è finita da 30 anni, ma nonostante ciò "ha scelto trionfalisticamente di espandersi: oggi conta 30 paesi membri, 10 dei quali sono ex membri del Patto di Varsavia. E ha infranto le promesse dell'Occidente di non espandersi fatte all'ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov. Questo è, fondamentalmente, ciò che riguarda il conflitto Nato-Russia, che tragicamente si sta svolgendo in Ucraina", scrive Oberg, convinto che "vivremmo in un mondo pacifico se non fosse per la Nato. Nessun'altra organizzazione ha innescato ed è stata coinvolta in così tante guerre per così tanto tempo, ha ucciso così tante persone e distrutto così tanto".
Se i cattivi sono sempre gli americani, che hanno gettato "benzina sul fuoco" delle tensioni tra Kiev e Mosca, la Cina può spostare l'attenzione dalla violenza della guerra lanciata dal partner sempre più junior che siede al Cremlino. Così come si può riutilizzare la presunta sindrome da accerchiamento di Mosca in Europa nord orientale con una futura sindrome di accerchiamento cinese in Asia Pacifico, dove iniziative come Quad (di cui fanno parte India, Giappone, Australia e Stati Uniti) e soprattutto Aukus (che riunisce Stati Uniti, Australia e Regno Unito) vengono percepite come vagiti di una nascente Nato asiatica. Se in futuro deciderà di agire, per esempio su Taiwan, la Cina dirà che è sempre colpa della Nato.
Ma si tratta di un sentimento che accomuna diversi altri paesi. India compresa, con il governo che oggi ha risposto colpo su colpo alle osservazioni e critiche di Washington per sottolineare che anche Nuova Delhi è preoccupata sullo stato dei diritti umani negli Usa. E chissà che in fondo non pensino la stessa cosa anche Emmanuel Macron e altri leader occidentali guardando alle parole spesso sopra i consueti toni della diplomazia pronunciate da Joe Biden.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia