28 Gennaio 2022
Commissione europea (foto Pixabay)
Il mediatore europeo (l'ombudsman) critica il modo in cui la Commissione ha gestito una richiesta di accesso pubblico a uno scambio di sms tra la presidente Ursula von der Leyen e l'amministratore delegato dell'azienda farmaceutica Pfizer, Albert Bourla. E ora chiede che si faccia una ricerca più ampia dei messaggi che secondo l'esecutivo di Bruxelles non sono stati archiviati perché non ritenuti importanti.
L'indagine del mediatore ha rivelato in realtà che la Commissione non ha chiesto esplicitamente al gabinetto della presidente di cercare i messaggi. Invece, ha chiesto al suo gabinetto di cercare i documenti che soddisfano i criteri interni della Commissione per la registrazione agli atti, gli sms non rientrano tra questi. Per l'ombudsman si tratta senz'altro di cattiva amministrazione.
"Il modo ristretto in cui è stata trattata questa richiesta di accesso pubblico significa che non è stato fatto alcun tentativo di identificare se ci siano dei messaggi di testo. Ciò non soddisfa le ragionevoli aspettative di trasparenza e standard amministrativi nella Commissione”, ha affermato il mediatore Emily O'Reilly.
“Non tutti i messaggi di testo devono essere registrati, ma chiaramente i messaggi di testo rientrano nella legge sulla trasparenza dell'Ue e quindi i messaggi di testo pertinenti dovrebbero essere registrati. Non è credibile affermare il contrario”, ha aggiunto. “Quando si tratta del diritto di accesso del pubblico ai documenti dell'Ue, è il contenuto del documento che conta e non il dispositivo o il modulo. Se i messaggi di testo riguardano le politiche e le decisioni dell'Ue, dovrebbero essere trattati come documenti dell'Ue. L'amministrazione dell'Unione deve aggiornare le sue pratiche di registrazione dei documenti per riflettere questa realtà", ha evidenziato.
Tutto nasce da un articolo del New York Times, dell'aprile 2021, in cui emerge che von der Leyen e Bourla si erano scambiati messaggi relativi all'approvvigionamento dei vaccini contro il Covid-19. Il che ha spinto un giornalista a richiedere l'accesso pubblico ai messaggi di testo e ad altri documenti relativi allo scambio. La Commissione ha identificato tre documenti come rientranti nell'ambito della richiesta - un'e-mail, una lettera e un comunicato stampa - che sono stati tutti pubblicati. Il richiedente si è rivolto quindi al mediatore poiché la Commissione non aveva identificato alcun messaggio di testo.
Il regolamento 1049/2001, che sancisce il diritto del pubblico di accedere ai documenti dell'Ue, definisce documento “qualsiasi contenuto, qualunque sia il suo supporto (scritto su carta o archiviato in forma elettronica o come registrazione sonora, visiva o audiovisiva) riguardante una materia attinente alle politiche, attività e decisioni che rientrano nella sfera di responsabilità dell'ente”.
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