18 Agosto 2021
Fonte: lapresse.it
Kabul come Saigon. In tanti in questi giorni si sono avventurati in questo paragone. Azzardato dal punto di vista storico-geopolitico, ma che potrebbe rivelarsi azzeccato da quello politico. In particolare per Joe Biden, la cui luna di miele con i cittadini statunitensi iniziata dopo le elezioni presidenziali del 3 novembre scorso potrebbe essere già terminata. E il paradosso è che lui su Kabul si è "limitato" a mettere in atto una scelta che era stata presa dall'amministrazione di Donald Trump. Era stato infatti il suo predecessore, che ora lo critica senza pietà, a sedersi al tavolo con i talebani e a trovare un accordo sul ritiro senza chiedere particolari garanzie in cambio.
Non solo. Il ritiro dall'Afghanistan era un progetto gradito a quasi il 70 per cento degli americani, quando venne annunciato. Ma ora quell'approvazione è adesso precipitata di venti punti. Il 49% degli americani ha cambiato opinione e pensa che non si doveva gettare la spugna e il 51% disapprova l'operato del presidente. Troppo forti le immagini in arrivo da Kabul, troppo evidente la correlazione tra il ritiro delle truppe americane e l'inesorabile avanzata dei talebani e la caduta della capitale.
Ma, soprattutto, a incidere negativamente sull'opinione pubblica sono state le gaffe di Biden, che solo pochi giorni prima della fuga dal palazzo presidenziale di Ghani aveva garantito sulla tenuta dell'esercito regolare di fronte agli attacchi delle milizie. Così come era accaduto in passato sono proprio gli strafalcioni in conferenza stampa a causare problemi al presidente democratico, che se avesse tenuto una linea più pragmatica avrebbe potuto evitarsi le reprimende, quantomeno quelle interne da parte di un elettorato che negli scorsi anni aveva più volte dimostrato di non volere più spendere soldi per delle guerre considerate inutili in Medio Oriente.
A colpire Biden anche la rivelazione dell'esistenza di un report dell'intelligence che avvertiva sull'effettiva pericolosità dell'avanzata talebana, smentendo dunque la versione di Biden secondo la quale non ci si aspettava una presa di potere così rapida. E così dopo la crisi afghana, l'indice di gradimento del presidente Usa, Joe Biden, è sceso del 7%, al livello più basso dall'inizio del suo mandato. Secondo un sondaggio Reuters/Ipsos, condotto lunedì su scala nazionale, solo il 46% degli americani adulti approva l'operato del presidente. Il dato è in calo rispetto al 53% registrato in un sondaggio simile, risalente a venerdì scorso.
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