03 Giugno 2021
Come se non bastasse il Covid. Visto che le disgrazie non vengono mai da sole, esiste il rischio che la pandemia da coronavirus possa essere seguita da altre sciagure sanitarie. E nel giro di pochi giorni ci sono diversi segnali inquietanti a riguardo. Il primo arriva dalla Cina, dove è stato rilevato il primo caso di influenza aviaria H10N3 a livello mondiale.
Il caso si è verificato nella provincia orientale del Jiangsu e a esserne colpito è stato un uomo di 41 anni, che ha sviluppato "febbre e altri sintomi" il 23 aprile ed è stato ricoverato il 28 aprile "a causa del peggioramento delle sue condizioni". Attualmente il malato è in condizioni stabili e le autorità provinciali hanno condotto osservazione medica dei contatti stretti del paziente e un monitoraggio di emergenza nell'area, ma dichiarano di non avere riscontrato anomalie. Il contagio, precisa la nota, "è stato il frutto di una trasmissione incrociata occasionale da pollame a uomo, e il rischio di una diffusione su larga scala è estremamente basso". Insomma, sembra tutto controllo, ma diversi studiosi non escludono la possibilità di una contaminazione e di una mutazione del virus che possa rendere meno difficile la trasmissione umana.
E poi attenzione a quello che sta succedendo in India, paese già colpito in maniera tragica dalla diffusione del Covid. Basti dire che si registrano ancora oltre 130 mila nuovi casi al giorno, seppure sia un dato in calo rispetto agli oltre 400 mila dell'inizio della nuova ondata. Ma a preoccupare le autorità indiane (e non solo) è la nuova diffusione dei casi di murcomicosi, un'infezione rara e talvolta letale popolarmente conosciuta come "fungo nero". Di solito se ne registrano poche decine di casi all'anno ma ora si è rilevato un aumento nei pazienti di Covid-19 quando sono affetti da altre patologie, in particolare il diabete e le sue complicanze.
Nel giro di poche settimane i casi confermati (di cui non esiste una cifra ufficiale) sono tra i 10 e i 12 mila. Il dato più inquietante è quello sul tasso di mortalità, che per i contagiati dal fungo nero si aggira intorno al 50%. Ciò significa che un malato su due muore. A questo si aggiunge il fatto che i contagi si sono già diffusi dall'India al resto dell'Asia meridionale, in particolare in Pakistan e in Bangladesh.
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