10 Dicembre 2025
Fonte: Imagoeconomica
La banca di investimento Jefferies ha pubblicato un rapporto piuttosto negativo sul futuro di Ferrari. La casa automobilistica italiana di proprietà di Exor viene da un periodo eccezionale, ma ora deve affrontare il rinnovamento dei modelli, che potrebbe rallentare la sua crescita e pesare sui profitti.
Il rapporto individua un grosso problema nelle previsioni che l’azienda e buona parte del resto degli analisti hanno stilato per il triennio 2026-2028. La transizione alla nuova offerta di modelli, conclusosi il ciclo post-pandemia, sarà lenta. La F80, per esempio, non venderà più di 180 vetture per i limiti imposti dalla produzione, nel 2026. Una cifra che supererà le 300 solo nel 2028.
Le conseguenze di questo momento di transizione saranno invece immediate. L’Ebit è previsto in calo il prossimo anno, dal 29,4% del 2025 al 29,1% del 2026. Anche i profitti per azione subiranno un duro colpo. Pur rimanendo in crescita anno per anno, caleranno di molto rispetto alle aspettative.
L’utile stimato da Jefferies per azione sarà di 9,32 euro il prossimo anno e di 10,32 nel 2027. Cifre non paragonabili ai 10,05 euro e ai 10,08 euro previsti da Ferrari. Invariate invece le previsioni per il 2025, in calo del 5,1% le consegne ma prezzi di vendita in crescita del 4% e Ebit di poco più di 2 miliardi. Il risultato di questi dati è il crollo del target price delle azioni di Ferrari, da 345 a 310 euro.
Nello stesso giorno in cui Jefferies ha pubblicato la sua analisi, è però arrivata anche una buona notizia per gli investitori. Ferrari ha eseguito un buyback da 2,1 milioni di euro sul New York Stock Exchange, parte del programma di riacquisto delle proprie azioni da 2 miliardi di euro che si concluderà il prossimo anno.
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