17 Novembre 2025
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Fonte: Imagoeconomica
La Commissione europea ha confermato le previsioni del governo italiano sul rapporto tra deficit e PIL. La misura chiave per la sostenibilità della spesa pubblica rientrerà già dal 2025 all'interno dei parametri minimi per evitare la procedura di infrazione, il 3%. Anche il debito vede un miglioramento, ma solo a partire dal 2027, quando comincerà a calare se paragonato al prodotto interno lordo della nazione.
La conferma dell'UE sulle previsioni del governo per il deficit è un risultato molto importante per la politica di rigore sulla spesa pubblica imposta dal ministro per l'Economia e le Finanze Giancarlo Giorgetti. In particolare, giustifica la manovra finanziaria molto accorta che l'esecutivo ha presentato al Parlamento: soltanto 18,4 miliardi di euro, quando nel recente passato si tendeva a cifre più vicine ai 30 miliardi.
Rientrare nel 3% già dal 2025 significa, per il governo di Giorgia Meloni, uscire dalla strada che avrebbe portato alla procedura di infrazione per deficit eccessivo. Il deficit è la spesa in più che uno Stato fa rispetto alle proprie entrate. È calcolato in proporzione al PIL, per dare una valutazione di quanto esso pesi sull'economia del Paese.
Proprio dal PIL viene un dato parzialmente negativo. L'UE lo stima in rialzo dello 0,4% nel 2025, leggermente più basso delle stime del governo, che invece lo prevede a +0,5. Bruxelles è però più positiva di Roma per il 2026 e arriva a stimare una crescita dello 0,8%, contro lo 0,7% dell'esecutivo.
Allo stesso modo, anche le valutazioni della Commissione europea sul debito di un Paese sono espresse in rapporto al PIL. Per quanto riguarda l'Italia, le previsioni di Bruxelles dicono:
Nel giro di due anni, quindi, ci dovrebbe essere un'inversione di tendenza molto importante per il nostro Paese. La prima voce di spesa dello Stato italiano sono gli interessi sul debito. Senza di essi, l'Italia è in disavanzo primario netto, riceve più di quello che spende. Far calare il debito significa ridurre anche gli interessi sullo stesso, e quindi liberare maggiori risorse.
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