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32 mld Dl sostegni: venerdì via libera in Consiglio dei ministri

Venerdì potrebbero essere sbloccate le risorse del decreto sostegni utili ad aiutare imprese, lavoratori e famiglie

17 Marzo 2021

32 mld Dl sostegni:  venerdì via libera in Consiglio dei ministri

Aula di Montecitorio (foto Lapresse)

Il Paese allo stremo attende urgentemente il decreto Sostegni: 32 miliardi di aiuti a imprese, lavoratori e famiglie che dovrebbero essere sbloccati dal dl che sarà approvato venerdì. L’impianto generale del decreto sarebbe ormai pronto ma mancano la sintesi politica e l’incontro dei capigruppo dei ministri. I partiti lamentano, per ora, di non avere visto testi e norme veri e propri: le forze politiche chiedono chiarezza al premier Draghi che per la prima volta potrebbe parlare in conferenza stampa del dl. Il decreto sarà parte di una strategia più amplia: a stretto giro, come ha preannunciato il sottosegretario al Mef Claudio Durigon, dovrebbe arrivare anche un "decreto che possa dare vitalità alle imprese per la ripartenza", che dovrebbe contenere anche il pacchetto 'salva-imprese' studiato dal viceministro all'Economia Laura Castelli per rivedere le norme sui fallimenti ed evitare il collasso delle realtà in difficoltà temporanea causa Covid. Successivamente, arriverà il nuovo scostamento di bilancio, almeno circa quindici venti miliardi anche se Lega e Forza Italia ne ne vorrebbero sul tavolo almeno il doppio.

Il primo passo è, proprio, il decreto Sostegni, per il quale, come spiegato ieri, proprio dalla viceministra Castelli ci si muoverà lungo 5 direttrici: l'impianto prevede quindi quasi 12 miliardi per gli indennizzi a fondo perduto alle attività produttive, con un fondo ad hoc per la montagna che dovrebbe partire da 600 milioni lasciando spazio al Parlamento per aumentarlo, circa 6 miliardi per la sanità di cui 5 per implementare il piano vaccini, e poco meno di 10 miliardi alle misure per famiglia, lavoro, indennità per stagionali e sportivi, Cig (che si accompganerà al blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno per chi ha gli ammortizzatori ordinari e fino a ottobre per tutti gli altri, come ha confermato il ministro Orlando). Si punterà ancora su Reddito di Cittadinanza e Reddito di Emergenza, Naspi e Fondo occupazione. Oltre alla replica di strumenti già utilizzati ci saranno delle novità, come i nuovi criteri per il Rem o la sola sospensione del Reddito di cittadinanza per chi trova temporaneamente lavoro. Cambierà, inoltre,  il meccanismo di calcolo dei contributi alle imprese. Eliminati i codici Ateco a contare saranno le perdite (almeno il 33% ma Fi chiede il 30%) dell'intero 2020 rispetto al 2019. Su questa base si dovrebbe calcolare la perdita media mensile, e la base su cui applicare la percentuale di ristoro dovrebbero essere poi due mensilità. Gli aiuti andranno a circa 3 milioni di Pmi fino a 10 milioni di giro d'affari, compresi 800mila professionisti, ed andranno da un minimo di 1000 euro per le persone fisiche a massimo 150mila euro con 5 fasce percentuali, dal 30% per i più piccoli al 10% per i fatturati tra 5 e 10 milioni. L’accordo finale manca sul fisco: se la maggioranza ha trovato facilmente l'intesa sul nuovo rinvio per rate e cartelle, meno digeribile, almeno per l'ala più a sinistra, l'intervento per liberare il 'magazzino' della riscossione. Il punto di caduta dovrebbe essere quello della cancellazione delle vecchie cartelle tra 2000 e 2015 con un tetto a 5mila euro per ruolo, anche se c'è un forte pressing, soprattutto da parte del centrodestra, per aumentare il tetto fino a 10mila  euro.Infine si punta ancora una volta su transizione ecologica e digitalizzazione.

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