11 Novembre 2023
La Fondazione Carlo Levi, in collaborazione con il Centro Interdipartimentale di Ricerca Franco Fortini e la redazione della rivista "L'Ospite ingrato", in occasione dei cento anni dalla nascita di Rocco Scotellaro, oggi pomeriggio nella sua sede romana presenta il volume monografico, "1923-2023: Rocco Scotellaro, presente e futuro", che la rivista L'Ospite ingrato ha dedicato al poeta e intellettuale lucano, con l’intento di offrire ricostruzioni attente e puntuali del cammino scotellariano, al fine di contribuire a una conoscenza critica e storicamente avvertita del suo lascito. Saranno presenti Marco Gatto e Lorenzo Pallini, curatori del volume. Tra gli autori Francesco Faeta e Luca Beltrami. Introdurrà Daniela Fonti, presidente Fondazione Carlo Levi. "L’ospite ingrato" online è una rivista scientifica internazionale semestrale e peer-reviewed del Centro interdipartimentale di ricerca Franco Fortini. Il progetto della rivista online nasce dalla volontà di creare uno spazio che ideale per proporre studi, discussioni ed interventi sulla letteratura, nelle sue relazioni con forme e temi dell’attualità, con particolare riguardo agli interessi culturali e agli ambiti di ricerca scientifica del Centro Franco Fortini. All’interno del volume, inoltre, sono presenti contributi fotografici e multimediali che restituiscono il senso di un lavoro di lungo corso dedicato ai luoghi e agli spazi fisici dall’esperienza sociale e politica di Scotellaro. Beltrami sottolinea, nel suo saggio, alcuni tratti fondamentali della vita dell'intellettuale lucano: "Dopo
essersi dimesso da sindaco, Scotellaro lascia Tricarico per un impiego a Roma presso Einaudi. A tormentarlo ora non è più il sospetto della propria inadeguatezza, ma il temporaneo smarrimento di un percorso esistenziale e politico interrotto dalla violenza degli eventi esterni. È questo il momento del «distacco» dalla società contadina che Levi, nella prefazione all’Uva puttanella del 1955, non interpreta in negativo come un atto di «evasione», ma come un gesto di coraggio che porta Scotellaro
a confrontarsi con un’altra civiltà, «spesso indifferente ed ostile», con la quale è necessario instaurare un rapporto dialettico di collaborazione e conflitto per «impostare sul piano nazionale la lotta contadina»". Non solo: "Nella vicenda personale e politica di Scotellaro si realizza cioè quel momento di differenziazione dall’«indistinto originario» che permette all’essere umano di trovare un punto di equilibrio tra l’originaria inconsapevolezza di sé e la chiusura altrettanto distruttiva nell’egoismo individualistico.24 In questo senso, per Levi, la poesia di Scotellaro «è insieme amore e distacco». In altre parole, la capacità di agire nella storia si realizza solo nell’incontro con l’altro da sé e in un rapporto attivo e creativo con la realtà. Nell’atto di dare voce per la prima volta a una civiltà che stava gradualmente prendendo coscienza, risiede quindi la «novità» di Scotellaro e di un’espressione poetica che coincide con l’impegno politico". Beltrami sottolinea che "la collaborazione umana e culturale tra Scotellaro e Levi rimane intensa. In particolare sono in corso le trattative per l’adattamento cinematografico di Cristo si è fermato a Eboli. Nel 1948, quando Levi chiede all’amico di occuparsi del «trattamento» per la riduzione dell’opera, Scotellaro inizia da subito a stendere il testo. Nel tempo il progetto viene però rallentato dal fallimento delle trattative con vari registi e, più tardi, dal tentativo inconcludente di allestire un treatment in inglese per produrre il film negli Stati Uniti". E "nonostante
gli eventi contrari, il supporto di Scotellaro si mantiene costante e quando, nel novembre 1949, Levi gli comunica l’ennesimo inciampo («dopo De Sica ora è la volta di Rossellini a menarla in lungo»), l’amico gli conferma la sua completa disponibilità a dedicarsi alla produzione del film, non smettendo di chiedere informazioni persino durante il periodo trascorso in carcere".
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