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Avatar 2, esce domani "The Way of Water": sequel epico o buco nell'acqua?

Il primo Avatar, di James Cameron, fu tra i maggiori record di incassi di sempre: riuscirà "La via dell'acqua" a replicare questo risultato senza l'hype del 3d?

13 Dicembre 2022

Avatar 2, esce domani "The Way of Water": sequel epico o buco nell'acqua?

Difficile ricordare un film che ha sollevato un fanatismo incredibile, al momento della sua uscita, salvo poi essere completamente dimenticato pochi mesi dopo (non siete d'accordo? Provate a ricordare il nome di uno qualsiasi dei protagonisti...) come Avatar, colosso da 3 miliardi di incassi del grande James Cameron. L'entusiasmo iniziale era infatti dovuto soprattutto alla curiosità verso la tecnologia 3D, di cui Avatar fu la massima espressione, e non alla trama (che è un ripoff di Pocahontas) o ai personaggi. Ciononostante, Cameron ci riprova dopo ben 13 anni dopo, resuscitando un setting che molti già davano per molto e sepolto. Tra piani di 5 sequel e promesse di tecnologie innovative, il regista vuole portarci soprattutto negli oceani del pianeta selvaggio di Pandora.

Avatar 2: seguito epico o "buco nell'acqua"?

Una pausa lunghissima, quella dei tredici anni che ci separano dal primo viaggio su Pandora, il pianeta dominato dallo splendore della natura selvaggia e popolata dai saggi Na'vi, originale incrocio tra i puffi e gli indiani d'America. Cameron aveva annunciato un sequel già nel 2010, ma il piano era affondato (gioco di parole intenzionale) a causa di due paturnie di Cameron: la prima la cura certosina nelle riprese (in particolare il desiderio di girare le sequenze "oceaniche" in veri ambienti subacquei), la seconda l'ossessione di avere già una storia completa, che includesse i numerosissimi sequel che Cameron aveva già in mente. Dalla data iniziale (il 2015), il sequel è slittato di anno in anno fino a domani. 

La stampa specializzata, che ha potuto vedere il film in anteprima, si è già slanciata a parlare di capolavoro: pare che gli stessi collaboratori di Cameron fossero impressionati dalla qualità e dal dettaglio dello script iniziale (un bestione di più di cento pagine).

Il primo Avatar era un film spiccatamente ecologista - descrive la vicenda del soldato paraplegico Jake Sully, che si unisce agli aborigeni di Pandora Na'vi nella lotta contro gli umani colonizzatori e sfruttatori - ed è certamente interessante che Cameron voglia incentrare il film su un ecosistema diverso - non più la foresta pluviale, bensì la flora e fauna degli oceani pandoriani. Tuttavia, rischia di essere minato dagli stessi difetti dell'originale

I talloni d'Achille del primo Avatar erano, in ordine, una trama già vistal'assenza di personaggi memorabili e una retorica decisamente troppo naive. La vicenda era del tutto priva di ambiguità morale, e per questo eccezionalmente priva di fascino. I punti di forza erano (e sono) un aspetto visuale curato nei minimi dettagli, con paesaggi sconvolgenti e meravigliosamente dettagliati che colpirono fortemente l'immaginazione degli spettatori. I media (senz'altro astutamente manipolati da Cameron, che in questo è abile quanto lo è come regista) riportavano storie di individui "depressi dall'inesistenza di Pandora", o addirittura di vicende di suicidi. Tuttavia, qualche anno dopo, Avatar era completamente sparito dall'immaginario comune: questo perché l'ambientazione, di fatto, non era abbastanza complessa o sofisticata da indurre la creazione di sequel, videogame o quant'altro: era solo bella. Per questo non riuscì a esercitare lo stesso fascino immortale di opere come Star Wars (che si espandono come funghi di anno in anno) o altri classici della fantascienza.

Se Cameron ha compreso gli errori del suo primo tentativo, dovrà puntare proprio a questo: costruire un mondo coerente e complesso che funzioni oltre alla retorica dell'ambientalismo facilone, più chiaroscurale e meno macchiettistico.

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