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Arrestato arbitro corrotto che inventava espulsioni e rigori nei campionati primavera per far vincere scommesse

L'indagine ha portato cinque persone ai domiciliari

29 Ottobre 2025

Arrestato arbitro corrotto che inventava espulsioni e rigori nei campionati primavera per far vincere scommesse

Mentre nel campo giocavano i bambini, fuori impazzavano le scommesse. Rigori inesistenti, espulsioni senza motivo, per far uscire un risultato "gradito" ad alcuni, da una partita di campionato Primavera. Arrestato un arbitro della sezione di Reggio Calabria che indirizzava il finale di partite di calcio di categoria. Su tali incontri scommettevano i suoi complici. È quanto scoperto grazie all'indagine della Procura di Reggio Calabria che ha portato agli arresti domiciliari di cinque persone, indagate per il reato di associazione a delinquere finalizzata alle frodi sportive. Le indagini sono scattate a seguito di una segnalazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: c’era un flusso anomalo di scommesse su un incontro della categoria Primavera. Anni dei giocatori in campo: 18 - 19. L'indagine ha scoperto l'esistenza di un'associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, promossa e diretta dall'arbitro arrestato. Che era stato sospeso dalla giustizia sportiva dopo le prime irregolarità. Ma il direttore di gara ha individuato altri colleghi arbitri, avvicinati e corrotti con somme di denaro che potevano arrivare anche a diecimila euro a match, affinché questi fischiassero in modo di far convergere il risultato verso l'esito delle scommesse effettuate dai membri dell'associazione. L'arbitro faceva in modo che le partite terminassero con un numero di gol tale da poter garantire il verificarsi l’"over", cioè più di 2 gol e mezzo per ogni match. Il direttore di gara riusciva ad ottenere questo risultato concedendo un numero importante di rigori, molto spesso inesistenti. Altre volte invece favoriva una delle due squadre, normalmente quella le cui quotazioni permettevano introiti più elevati, espellendo giocatori degli avversari senza una reale motivazione. A finanziare l'associazione, per corrompere altri direttori di gara, due imprenditori toscani titolari di un'agenzia di scommesse.

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