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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Donne che tollerano uomini che le trattano male; donne che reagiscono a uomini che poi le uccidono, a ogni età, per puro ego

La cronaca quotidiana frutto di una mala mentalità figlia del passato? Dall'8 marzo 2025, con il governo Meloni, esiste un reato ad hoc, ma serve una ribellione globale al dettaglio

06 Giugno 2025

La violenza di genere, ieri come oggi

Montaggio Alessandra Basile di immagini "licenze creative commons", web searching

IO, UNA (DONNA) QUALSIASI

Qui, parla l'uomo medio della strada, beh la donna in questo caso, oltre alla life coach, all'attrice che porta in scena personaggi articolati, come quelli di "Dolores" di Edward Allan Baker, "La voce umana" di Jean Cocteau, "L'insetticida della signra Larkspur" ed altri, fra cui una futura Artemisia Gentileschi; donne che sono eroine, nel loro piccolo o grande che sia, che non si arrendono davanti alle ingiustizie dettate, soprattutto, dal proprio genere di appartenenza e dalle relative conseguenze sul piano umano, sociale, culturale, professionale ed economico. Qui, parlo io, nella veste di una (persona) qualsiasi che vive nella realtà attuale e soffre l'ancora forte disparità uomini-donne e che ha la voce per parlare e una mano per scrivere.

Qui, non c'è psicologa o psicoterapeuta, criminologa, magistrato, avvocato o consulente in materia, che parli; qui, c'è una qualsiasi che urla il suo "Basta!", perché vive quella mentalità agghiacciante e retrograda volta ad attaccare la donna solo perché tale, specie quando ha meriti di varia natura. Forse fa paura? Una mentalità organizzata in società, dimostrata sul lavoro, espressa nel linguaggio più becero e diffuso (ahimè anche fra le donne), agita, nel peggiore dei casi, arrivando al compimento di un vero e proprio reato.

Ora, quel reato ha un nome e un cognome, grazie al Governo Meloni.

Alessandra Basile, vari personaggi***

UN'INFINITA CRONACA QUOTIDIANA

Qui, si parla della cronaca di ogni giorno, fino all'omicidio di una vittima quattordicenne, morta per aver rifiutato un abbraccio a un essere capace di vedere qualcuno morire lentamente, in un'agonia di diversi minuti (così l'autopsia), e poi andarsene fuori con gli amici; fino all'omicidio compiuto da un assassino diciottenne sulla cui educazione in casa c'è da farsi qualche domanda, ossia chissà che non abbia inciso, al di là dell'eventuale patologia dell'accusato e delle parole del giudice sulla sua pericolosità sociale.

Qui, a non parlare più è l'ennesimo essere femminile massacrato e ucciso, perché, dopo tanta "sopportazione" dell'altro, accetta il c.d. ultimo invito, notoriamente pericoloso, e prende posizione, magari con la chiusura di quel rapporto sentimentale che la tormenta e rattrista, invece di rallegrarla; potrebbe, lasciandolo, rischiare di sfregiare l'ego smisurato di lui, incapace di vedere i propri limiti, ma capacissimo di proiettarli sulla vittima, sovente bistrattata a parole o con i vari ghosting, gaslightingbreadcrumbing, prima che fisicamente. Una scelta sana come l'allontanamento da chi non vuole la nostra felicità richiede determinazione, forza personale, anche supporto altrui, ma, soprattutto, tanto coraggio. Di contro, può accadere che il carnefice, giocando sul senso di colpa o sull'affetto sincero della vittima, la attiri in una trappola e decida della sua vita, troppe volte arrivando a togliergliela, troppe volte senza alcun pentimento, nemmeno postumo.

I segnali di pericolo, le avvisaglie, c'erano? Tanto da riconoscerne l'entità e la gravità, nonché il da farsi? Difficile dirlo.

***

LA VIOLENZA (E IL PERICOLO) DELLA MALA MENTALITA'

A proposito, la violenza non è solo fisica, ma può essere (anche) psicologica, verbale ed economica. Conoscerla significa riconoscerla, anche quando viene erroneamente tollerata a livello collettivo, persino accettata socialmente come fosse "normale". 

Interessante è notare come la mentalità sbagliata porti a definire autorevole e di personalità un uomo che si impone, magari alzando la voce, e isterica, fuori luogo, una donna con lo stesso atteggiamento; un uomo che attacca è aggressivo, mentre se lo fa una donna è uterina (!) o, persino, pazza. Inoltre, sembra che l'invecchiamento sia ammesso solo al maschile, con la peculiarità addirittura di imbellire: insomma, se un maschio è incartapecorito è sexy, mentre, se una donna ha qualche ruga d'espressione in più, secondo diversi dovrebbe farsi aiutare dalla chirurgia. Il panzone calvo è ammesso, ma la fuori forma dalle trecce bianche no.

E, relativamente al linguaggio e al suo sottinteso, non dimentichiamo la magnifica performance della Cortellesi all'opera con i vocaboli della lingua italiana declinati al maschile e al femminile: per esempio, "passeggiatore", ossia uomo che passeggia, e "passeggiatrice" ... Del resto, io stessa ho iniziato questo articolo, dicendo "Qui, parla l'uomo medio della strada, beh la donna in questo caso", ma sappiamo tutti che cosa sia la donna di strada(!). 

***

Alessandra Basile, vari personaggi

NON E' FEMMINISMO!

Concludendo, serve una ribellione al dettaglio da parte di tutti: bisogna combattere e reagire, senza timore, iniziando proprio dai segnali microscopici e, appunto, dalle parole, nonché da certe espressioni volgari che ci riducono a professioni che nemmeno facciamo o a pezzi di corpo che camminano. 

Non sottovalutiamo quanto, anche, la salute dipenda da una serenità psico-emotiva e quanto una mala mentalità possa minare quella serenità.

Mettiamo i puntini, iniziamo da lì, dal vocabolo, dall'allusione, dal fatterello, dalla virgola, dalla sensazione.

Non è femminismo!

E' integrazione, è rispetto, è equità. A fare il mare sono le gocce. 

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