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Torino, oltre 400 manifesti sul caso della giornalista Belton, accusata di una campagna di disinformazione contro Trump giostrata da Zelensky: "Non lasciarti manipolare"

L’iniziativa è stata promossa da 'Italia Unita', gruppo filo-russo fondato da Amedeo Avondet

25 Aprile 2025

Torino, oltre 400 manifesti sul caso della giornalista Belton, di una campagna di disinformazione contro Trump, giostrata da Zelensky: "Non lasciarti manipolare"

Nei giorni scorsi, a Torino, sono comparsi diversi manifesti che prendono di mira una giornalista britannica. Sono stati affissi oltre 400 manifesti di formato 70x100 e due di dimensioni più grandi, pari a sei metri per tre.
L’iniziativa è stata promossa da 'Italia Unita', gruppo filo-russo fondato da Amedeo Avondet. I manifesti, che riportano lo slogan "Non lasciarti manipolare" accompagnato da un’immagine di una mano dipinta con i colori giallo e blu della bandiera ucraina, invitano a reperire informazioni su Catherine Belton, collaboratrice di Reuters e del Washington Post, attraverso un Qr-code.
Secondo quanto dichiarato da Avondet, la giornalista sarebbe al centro di una controversia legata a una presunta campagna di disinformazione. Secondo quanto riportato da fonti come il sito “Newsbreak, Catherine Belton, una nota giornalista e autrice, sarebbe al centro di una presunta campagna di disinformazione volta a screditare specifiche figure politiche statunitensi vicine all’ex presidente Donald Trump. Le accuse mosse contro di lei includerebbero un presunto coinvolgimento diretto e strategico in una serie di operazioni propagandistiche finanziate e orchestrate dall’amministrazione attuale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo quanto emerge, questa campagna avrebbe lo scopo implicito di minare la credibilità e la reputazione del presidente Trump, richiamando in qualche modo lo stile e le dinamiche già viste in passato durante il cosiddetto scandalo del “Russiagate”.
Tra le persone che sarebbero state particolarmente prese di mira da questa presunta strategia ci sono figure strettamente legate all’entourage di Trump, come Tulsi Gabbard e Kash Patel. La fonte sostiene che Belton potrebbe aver utilizzato il suo lavoro giornalistico per pubblicare informazioni non verificate o manipolate con l’intento di rafforzare quella che viene definita una narrativa anti-Trump, allineandosi idealmente agli interessi geopolitici ucraini, oltre a quelli dell’attuale amministrazione americana.
Amedeo Avondet ha approfondito la questione mettendo in evidenza come ci sia il rischio di una pericolosa sovrapposizione tra giornalismo investigativo legittimo e vere e proprie campagne di manipolazione mediatica.

Di Pietro Stramezzi

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