Mps, gli ex vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni chiedono i danni alla banca dopo l'assoluzione definitiva, affermando di essere stati accusati ingiustamente. Dopo anni trascorsi sotto i riflettori come presunti artefici del tracollo di Montepaschi, i due ex vertici ricoprono il ruolo di chi rivendica giustizia. Assolti in via definitiva «perché il fatto non sussiste» dalle accuse di aver nascosto contratti derivati che, secondo l’accusa, avrebbero affossato la banca, i due chiedono ora il risarcimento dei danni a Mps, la stessa banca che li aveva portati sul banco degli imputati.
Antonio Vigni dopo l'asssoluzione chiede €50 milioni a Mps per danni e spese legali
Il primo a muoversi è stato Antonio Vigni, per anni direttore generale di Rocca Salimbeni e figura centrale nella storia recente dell’istituto. Nelle scorse settimane ha promosso un’azione civile con la quale chiede il rimborso delle spese legali sostenute e un risarcimento per i danni d'immagine e patrimoniali subiti. Secondo fonti vicine al dossier, la cifra richiesta si avvicinerebbe a quella – 50 milioni di euro – che Vigni era stato condannato a versare a Mps in sede civile nel 2020 per l’operazione Santorini, realizzata con Deutsche Bank. Una condanna, quella, fondata sull’ipotesi di colpevolezza poi smentita dai giudici penali.
Assoluzioni definitive e nuove azioni legali contro Deutsche Bank
La svolta giudiziaria, infatti, è arrivata con le assoluzioni definitive di Vigni, Mussari e dei top manager tedeschi coinvolti, tra cui Dario Schiraldi, che ora ha avviato una causa contro Deutsche Bank in Germania per un risarcimento da 152 milioni di euro. Anche altri ex imputati di DB starebbero valutando analoghi ricorsi davanti alla giustizia inglese.
Il “mandate agreement” e l’assoluzione piena della Cassazione
Al centro del contenzioso tra Vigni e Mps torna il cosiddetto «mandate agreement», il contratto che, secondo l’accusa, sarebbe stato nascosto in cassaforte. Ma anche su questo punto la Cassazione ha chiuso il caso con un’assoluzione piena. Nessuna prova di occultamento, nessun inganno: «il fatto non sussiste».
Operazione Fresh: confermata la sanzione pecuniaria per Vigni
Sul piano giudiziario, però, per Vigni restano ancora ombre. Proprio ieri la Cassazione ha confermato la sanzione pecuniaria da 541 mila euro inflitta dalla Banca d’Italia per le modalità con cui fu condotta l’operazione «Fresh», legata al finanziamento dell’acquisizione di Antonveneta. Una vicenda che non ha avuto rilievo penale, ma che pesa sul bilancio personale dell’ex manager.
Anche Mussari prepara la sua causa per danni contro Mps
Anche Giuseppe Mussari, presidente di Mps dal 2006 al 2013, si prepara a una causa per danni. Assistito dai suoi legali, ha inviato di recente una messa in mora alla banca. Su di lui pende ancora un'azione civile avviata da Mps a Firenze per l’operazione Alexandria, la cui rilevanza penale è stata anch’essa esclusa con una sentenza definitiva di assoluzione.
Silenzio ufficiale, ma la battaglia legale è tutt’altro che finita
Nessun commento ufficiale, per ora, né dalla banca né dai protagonisti della nuova offensiva legale. Ma lo scenario è chiaro: chi per anni è stato additato come responsabile del crac, ora chiede conto delle accuse rivelatesi infondate. E la lunga battaglia giudiziaria intorno al Monte dei Paschi di Siena è tutt’altro che conclusa.