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Napoli, scuola elementare Novaro-Cavour usa parola bambin*, genitori adirati: "Ossessione per il gender fluid confonde i nostri figli, classi come laboratori ideologici"

"La Costituzione italiana riconosce ai genitori il diritto di educare i figli secondo i propri valori. Qui si sta imponendo un cambiamento senza alcuna consultazione, senza trasparenza e senza una base normativa chiara. La scuola rimanga un luogo di crescita e non di sperimentazioni sociali imposte dall'alto"

28 Febbraio 2025

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Scuola (fonte foto Lapresse)

In una scuola di Napoli è stata usata la parola bambin* in una comunicazione ufficiale destinata alle famiglie e i genitori sono indignati: "A scuola insegnano un linguaggio che non esiste. Questo non è progresso, è confusione". "La scuola non può trasformarsi in un laboratorio ideologico senza il consenso delle famiglie. Questa ossessione per il gender non può stravolgere la lingua italiana né tantomeno creare confusione nei bambini", ha affermato l'avvocato Angelo Pisani, presidente dell'associazione Noiconsumatori, aggiungendo: "La Costituzione italiana riconosce ai genitori il diritto di educare i figli secondo i propri valori. Qui si sta imponendo un cambiamento senza alcuna consultazione, senza trasparenza e senza una base normativa".

Pisani ha annunciato che da Napoli partirà una campagna nazionale per tutelare i diritti delle famiglie e dei bambini, affinché "la scuola rimanga un luogo di crescita e non di sperimentazioni sociali imposte dall'alto".

Napoli, scuola usa parola bambin*, genitori adirati: "Ossessione gender fluid crea confusione" 

La scuola in cui è scoppiata la polemica è l'Istituto Comprensivo A.S. Novaro-Cavour di Napoli, dove in una comunicazione ufficiale destinata alle famiglie è stata sostituita la parola "bambini" con "bambin*", introducendo l'asterisco in un contesto scolastico istituzionale. Una scelta che ha suscitato indignazione, spingendo l'avvocato Angelo Pisani, presidente dell'associazione Noiconsumatori, a intervenire chiedendo un'ispezione ministeriale e chiarimenti immediati.

"È stato superato ogni limite - afferma Pisani - la scuola non può trasformarsi in un laboratorio ideologico senza il consenso delle famiglie. Questa ossessione per il gender non può stravolgere la lingua italiana nè tantomeno creare confusione nei bambini. È inaccettabile che la politica e le ideologie entrino così prepotentemente nell'educazione scolastica". Pisani ha inviato un esposto formale al Ministero dell'Istruzione, chiedendo un'ispezione per verificare chi abbia autorizzato l'uso dell'asterisco e se si tratti di un caso isolato o di una pratica più diffusa.

"Qual è il fondamento normativo di questa scelta? Chi ha deciso che i bambini debbano essere trattati con terminologie che non esistono nella lingua italiana? È stata una direttiva ministeriale o l'iniziativa personale di qualche dirigente scolastico?", chiede Pisani pone alle istituzioni.

La vicenda ha scatenato proteste tra i genitori, preoccupati per l'introduzione di modifiche linguistiche non autorizzate e potenzialmente dannose per l'apprendimento dei loro figli.

"Mio figlio sta studiando la grammatica - racconta un padre - e a scuola gli insegnano un linguaggio che non esiste. Questo non è progresso, è confusione".

Pisani denuncia anche una possibile violazione del diritto costituzionale all'educazione familiare: "La Costituzione italiana riconosce ai genitori il diritto di educare i figli secondo i propri valori. Qui si sta imponendo un cambiamento senza alcuna consultazione, senza trasparenza e senza una base normativa chiara. Questo è inaccettabile". Nella sua lettera indirizzata al Ministero, Pisani chiede un intervento immediato con l'apertura di un'ispezione per chiarire le responsabilità e l'adozione di una circolare ufficiale che regolamenti l'uso del linguaggio nei documenti scolastici.

"Se il Ministero ha deciso di introdurre l'asterisco, lo dica chiaramente. Se invece questa è una forzatura di qualche dirigente scolastico, allora servono provvedimenti seri. Non possiamo permettere che le regole cambino senza trasparenza", conclude Pisani.

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