13 Dicembre 2024
L’inchiesta sulla tragedia del 9 dicembre al deposito Eni di Calenzano, dove un’esplosione ha provocato la morte di 5 persone e il ferimento di altre 26, punta su una possibile causa scatenante: il sollevamento di un carrello nelle vicinanze della pensilina numero 6. Durante questa operazione, si sarebbe formata una nube di vapori di carburanti, che potrebbe aver favorito l’innesco della detonazione.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, il fumo visibile nel primo video disponibile sull'incidente corrisponderebbe alla nube segnalata da testimoni oculari. Le immagini, pur sgranate, mostrano la formazione di gas alla base di una corsia di carico di carburanti pochi istanti prima dello scoppio. Gli investigatori, coordinati dalla Procura di Prato e supportati dai carabinieri del nucleo investigativo di Firenze, stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza e raccogliendo testimonianze di autotrasportatori, tecnici e operatori presenti al momento dell’esplosione.
La mattina del disastro erano in corso due interventi di manutenzione. Uno riguardava una condotta di alimentazione della pensilina numero 7, adiacente a quella coinvolta dall’esplosione, mentre l’altro interessava due raccoglitori di vapori malfunzionanti situati proprio nella corsia 6. I vapori di carburante, come evidenziato dagli inquirenti, si formano durante le fasi di pompaggio del prodotto dalle autobotti e potrebbero aver giocato un ruolo chiave nella tragedia.
Secondo quanto emerge dall'inchiesta, nelle vicinanze della pensilina numero 6 era in atto il sollevamento di un carrello, nel punto con una nube di vapori di carburanti. La vicinanza di questa operazione potrebbe aver contribuito all'innesco dell'esplosione. Secondo Eni, invece: "La seconda manutenzione prevista non era ancora iniziata". Il deposito Eni è stato posto sotto sequestro, e lunedì 16 dicembre è previsto un sopralluogo tecnico da parte della Procura, che intende verificare lo stato degli impianti e le condizioni delle strutture colpite.
Parallelamente, sono state completate le autopsie delle vittime e avviate le procedure di identificazione tramite analisi del Dna. La Procura di Prato avrebbe già individuato i primi potenziali responsabili, che riceveranno a breve gli avvisi di garanzia. Tra questi, potrebbero figurare i referenti dei piani di sicurezza interni al deposito e i rappresentanti della Sergen srl, l’azienda incaricata della manutenzione straordinaria.
Le accuse preliminari includono omicidio colposo plurimo, lesioni gravi, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle misure di sicurezza sul lavoro. L’inchiesta mira a chiarire se eventuali negligenze o violazioni delle norme abbiano contribuito a questo drammatico evento.
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