10 Dicembre 2024
L'esplosione al deposito Eni di Calenzano, comune in provincia di Firenze, ha riacceso l'attenzione sui siti industriali "a rischio di incidente rilevante" in Italia. L'episodio, avvenuto in un impianto destinato allo stoccaggio di carburanti come benzina e kerosene, ha causato un boato avvertito a chilometri di distanza e un bilancio di quattro vittime accertate.
A parlare della questione, in un'intervista, è proprio il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani a dire che: "Era nella classificazione di stabilimento a rischio incidenti rilevanti. E' stato predisposto da 20 anni un piano di emergenza per questa tipologia di rischi, che è stato il piano che abbiamo seguito nelle prime ore. Le cause sono tutte da accertare, ci interrogheremo e interrogheremo le altre autorità per capire quale è il futuro di questa situazione". Le sue parole dopo l'esplosione di lunedì di un impianto di stoccaggio Eni, che ha provocato la morte di 4 persone e il ferimento di altre 14.
La classificazione di rischio "incidente rilevante" affonda le sue radici nella direttiva Seveso, introdotta dopo il disastro del 1976 in Lombardia, quando una nube tossica fuoriuscita da un impianto industriale provocò un'emergenza ambientale e sanitaria nella città di Seveso. La normativa europea, in aggiunta, impone il censimento di tutti gli stabilimenti che trattano sostanze pericolose e possono causare danni significativi all'ambiente e alla popolazione.
Il deposito Eni di Calenzano, secondo i dati pubblici consultabili dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), rientra tra i 974 stabilimenti italiani considerati a rischio. Qui, tramite oleodotti collegati alla raffineria di Livorno, vengono trasportati e stoccati carburanti in serbatoi atmosferici prima della distribuzione.
In Italia, i siti a rischio incidente rilevante sono distribuiti su tutto il territorio, con una concentrazione maggiore in Lombardia, che conta 247 stabilimenti censiti. Ecco una panoramica regionale, in ordine alfabetico, fornita dalla stessa Ispra:
L'episodio di Calenzano, come in passato il disastro di Seveso, potrebbe spingere le autorità a rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza e i protocolli di emergenza, per garantire una maggiore tutela della popolazione, dei lavoratori e dell’ambiente.
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