09 Dicembre 2024
La procura di Genova ha aperto un fascicolo iscrivendo il nome di due agenti della polizia penitenziaria del carcere di Marassi per la morte, suicida, di Amir Dhouiou, detenuto tunisino di 21 anni, avvenuta il 4 dicembre, l’ennesimo suicidio in una struttura detentiva in Italia e in Liguria.
Gli inquirenti vogliono capire se la sorveglianza a cui doveva essere sottoposto sia stata svolta correttamente e se ci fosse un modo per impedire il gesto anticonservativo. Ma secondo il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa l’apertura del fascicolo per omicidio colposo nei confronti dei due poliziotti è l’ennesima dimostrazione di un sistema che non funziona. “Cornuti e mazziati”, dice Fabio Pagani, segretario della Uilpa. E aggiunge: "Questo episodio ripropone il tema della tutela di quanti vivono e lavorano in carcere. I primi poiché dovrebbero scontare la pena e le misure cautelari in un contesto di legittimità e sicurezza, che nella realtà pare molto prossimo all’utopia, i secondi perché a loro volta dovrebbero essere organizzati e avere gli organici e gli strumenti per poter assolvere alle loro funzioni in maniera efficace, dignitosa e senza dover essere costretti a difendersi per lo sfacelo delle carceri di cui dovrebbe essere indagata tutta la politica che ha governato almeno negli ultimi 25 anni”. E il segretario conclude: “Naturalmente riponiamo totale e incondizionata fiducia negli organi inquirenti e siamo i primi a volere che si faccia piena luce sull’accaduto". Il sindacato ha avviato anche una raccolta fondi per sostenere le spese legali dei due agenti indagati.
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