29 Marzo 2024
Fonte Facebook @ScuolaNormaleSuperiore
La Normale di Pisa chiede lo stop al bando di collaborazione scientifica tra Italia e Israele. Una proposta ufficiale spedita al Ministero degli Esteri dove si chiede di "riconsiderare" questa ipotesi. Il Senato Accademico dell'Università ha accolto a maggioranza la richiesta da parte degli studenti. Era difficile immaginare che dopo il caso di Torino e gli scontri a Bologna tra polizia e alunni, la guerra in Medioriente non lasciasse altri strascichi sulle strutture scolastiche italiane. La Normale di Pisa si appoggia sull'articolo 11 della Costituzione, il "‘ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
La Normale di Pisa si impegna a valutare futuri accordi "che possano attenere allo sviluppo di tecnologie utilizzabili per scopi militari e alla messa in atto di forme di oppressione, discriminazione o aggressione a danno della popolazione civile, come avviene in questo momento nella striscia di Gaza",
La Scuola ha chiesto al Maeci "di riconsiderare il ‘Bando Scientifico 2024’ emesso il 21 novembre 2023 in attuazione dell’accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele". Il direttore della scuola superiore, Luigi Ambrosio, sostiene che quel "riconsiderare" sia da leggere come "valutare da un altro punto di vista, ri-valutare". Festeggiano gli studenti e i dottorandi avevano avanzato la richiesta.
Gli allievi della Normale si erano anche mobilitati avevano bloccando lezioni e mensa lo scorso 20 marzo "per rompere una normalità basata sul silenzio e per interrompere la complicità tra i saperi che produciamo e le guerre".
La Scuola afferma "la necessità di ispirare le attività di ricerca e di insegnamento al rispetto" dell'articolo 11 della Costituzione "che prescrive il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" e "in coerenza con il dettato costituzionale", si impegna "a esercitare la massima cautela e diligenza nel valutare accordi istituzionali e proposte di collaborazione scientifica che possano attenere allo sviluppo di tecnologie utilizzabili per scopi militari e alla messa in atto di forme di oppressione, discriminazione o aggressione a danno della popolazione civile, come avviene in questo momento nella striscia di Gaza".
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