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Riccardo Bossi indagato per truffa sul Reddito di Cittadinanza, i pm: "Incassato per 3 anni indebitamente per un totale di 12.800 euro"

Nella ricostruzione dell’accusa, il figlio di Umberto, avrebbe percepito indebitamente 280 euro al mese per 43 mensilità, per un ammontare complessivo di 12.800 euro

08 Marzo 2024

Riccardo Bossi indagato per truffa sul Reddito di Cittadinanza, i pm: "Incassato per 3 anni indebitamente per un totale di 12.800 euro"

Fonte foto: Imagoeconomica.it

Riccardo Bossi, primogenito del fondatore della Lega Umberto, è indagato per truffa ai danni dello Stato. Secondo gli inquirenti della Procura di Busto Arsizio, tra il 2020 e il 2023 ha incassato indebitamente il reddito di cittadinanza: la pm Nadia Alessandra Calcaterra ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio.

Riccardo Bossi indagato per truffa sul Reddito di Cittadinanza, i pm: "Incassato per 3 anni indebitamente per un totale di 12.800 euro"

Riccardo Bossi indagato per truffa sul Reddito di Cittadinanza. Nella ricostruzione dell’accusa, il figlio di Umberto, avrebbe percepito indebitamente 280 euro al mese per 43 mensilità, per un ammontare complessivo di 12.800 euro. L’erogazione del reddito era collegata alla locazione di un appartamento, come sostegno al pagamento del canone: appartamento da cui però, in base a quanto emerso dall’indagine, Bossi era già stato sfrattato per morosità. Convocato dalla pm per l’interrogatorio in fase di indagine, Bossi jr – assistito dall’avvocato Federico Magnante – si è avvalso della facoltà di non rispondere. Entro venti giorni dalla notifica dell’avviso di conclusione indagini potrà produrre documenti, depositare memorie e chiedere di essere sentito o di rendere spontanee dichiarazioni.

Gli altri problemi giudiziari

Per Riccardo Bossi non è il primo guaio giudiziario. Il primo finito sotto la lente dei media risale al 2012 quando, insieme al padre e al fratello Renzo, era finito sotto inchiesta per appropriazione indebita dalla procura di Milano per la vicenda relativa ai rimborsi elettorali della Lega. Nel 2016, invece, il Tribunale di Busto Arsizio gli aveva inflitto una condanna a 10 mesi di reclusione e al pagamento di una multa per avere acquistato gioielli e Rolex. Nello stesso periodo arrivarono diverse denunce per mancati pagamenti, a partire da un gommista a cui non era stato saldato il conto da una società di servizi e passando per un benzinaio di Buguggiate (provincia di Varese), che lo querelò a sua volta sostenendo che non aveva pagato carburante per un valore di 1.300 euro. Nel 2019 fu infine denunciato da un ristoratore di Firenze per non aver finito di pagare il conto a fine di una cena complessiva di 66 euro. Nel 2020, infine, era stato condannato a 8 mesi dal Tribunale di Novara per truffa. 

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