02 Marzo 2024
Roberto Cenati, fonte: imagoeconomica
Roberto Cenati ha rassegnato le sue dimissioni da Anpi Milano, del quale era presidente da 12 anni. Il motivo? "Non si può usare la parola genocidio per Gaza". Ecco cosa ha detto Cenati: ""Il governo di estrema destra di Netanyahu, dopo l'ignobile attacco di Hamas, ha fatto un bagno di sangue uccidendo tantissime persone, fra cui bambini e donne, ma il termine 'genocidio' va usato con 'delicatezza' perché è lo sterminio programmato scientificamente di una popolazione".
Cenati, 71 anni, milanese, è iscritto all'Anpi dal 1997 e dal 2022 era anche Presidente anche dell’associazione regionale. Le sue dimissioni sono "irrevocabili". Ecco cosa ha aggiunto: "Non discuto che la reazione di Israele sia esagerata ed eccessiva ed abbia provocato migliaia di morti - ha affermato - ma, ripeto, non è un genocidio. L'Anpi nazionale ha usato questo termine estrapolandolo dall'istruttoria portata avanti dal Tribunale internazionale dell'Aja. Ma appunto si tratta di una istruttoria e non si è ancora giunti a una sentenza".
Cenati e l'Anpi milanese si sono sempre molto discostati dalle manifestazioni nel capoluogo meneghino portate avanti dai Giovani palestinesi: "Non abbiamo mai partecipato a queste iniziative perché non condividiamo le loro posizioni, questo però non ha impedito che iscritti ad alcune sezioni vi abbiano in qualche caso preso parte". Per Cenati sono "necessari un immediato cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi". Inoltre, l'ormai ex presidente di Anpi Milano è favorevole alla proposta 'due popoli, due Stati'. "Ma Hamas - ha concluso - vuole la distruzione di Israele e l'eliminazione degli ebrei".
Ecco cosa ha replicato il presidente dell'Anpi Pagliarulo: "Le sue parole mi lasciano stupito. Una delle parole d’ordine per la grande manifestazione del 9 marzo è ‘impediamo il genocidio’, parole che utilizza il Tribunale Penale Internazionale. Dire ‘impediamo’ poi significa che non c’è ancora un genocidio ma c’è pericolo che accada. L’Anpi fa parte di un’alleanza di associazioni che, dopo un ampio dibattito, ha costruito una serie di parole d’ordine per dar vita alla grande manifestazione nazionale del 9 marzo a Roma. Una di queste è ‘impediamo il genocidio’, frutto di una lunga riflessione. Si tratta di parole che utilizza il Tribunale Penale Internazionale e, dunque, ci siamo semplicemente adeguati a una proposta di buon senso. Vorrei sottolineare poi che impedire significa che non c’è ancora un genocidio in corso, ma c’è il pericolo che accada. Cenati mi pare che sia in estrema difficoltà con le sue sezioni. Ma questo è un problema di Milano su cui non metto becco, visto che siamo un’associazione democratica".
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