02 Dicembre 2023
Turetta, fonte: Facebook @ANSA.it
"L'ho accoltellata e l'ho vista morire". Lo ha detto Filippo Turetta davanti al pm in un interrogatorio durato ben nove ore che di fatto ha confermato quanto scoperto nell'esame autoptico a pochi km di distanza sul corpo di Giulia Cecchettin. La giovane è stata uccisa con più di 20 coltellate che le hanno provocato uno shock emorragico. Davanti al pm Andrea Petroni ha proseguito la confessione fatta nelle dichiarazioni spontanee di qualche giorno fa e, soprattutto, ha dichiarato che gli "è scattato qualcosa in testa". Una frase che potrebbe essere utilizzata dalla difesa per evitare l'accusa di premeditazione.
Sono due le dichiarazioni chiave dell'interrogatorio di Filippo Turetta, il 21enne che ha ucciso la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin. La prima, che riprende anche quanto detto dal padre, Nicola, nei giorni precedenti, è quel "mi è scattato qualcosa in testa", che potrebbe essere utilizzato dalla difesa per evitare la premeditazione, mentre la seconda è: "L'ho accoltellata e l'ho vista morire". Dichiarazioni che confermano i risultati dell'autopsia: Giulia Cecchettin è stata uccisa con più di 20 coltellate che le hanno provocato uno shock emorragico. Turetta poi ha ripetuto quanto detto nelle dichiarazioni spontanee davanti alla gip Benedetta Vitolo, ossia che è "affranto, dispiaciuto" e pronto a "pagare" ma anche tanti "non ricordo" e frasi contradditorie. Nei prossimi giorni, il 21enne potrebbe essere chiamato a completare la sua testimonianza: le accuse di omicidio aggravato dal vincolo affettivo, sequestro di persona e occultamento di cadavere potrebbero inasprirsi se, alla luce anche dei risultati dell'autopsia, dovessero essere contestate anche le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.
Giulia Cecchettin è morta dissanguata a Fossò dopo aver subito oltre 20 coltellate che le hanno provocato uno shock emorragico poco prima della mezzanotte dell'11 novembre. Filippo Turetta ha colpito la giovane con un fendente sotto la scapola, come già indicato nell'ordinanza di custodia cautelare, che non intacca né rescinde l'aorta, tra le strade desolate di notte della zona industriale di Fossò, tra Padova e Venezia. Queste sono le prime conferme dell'autopsia guidata dal consulente della Procura, Guido Viel, a cui hanno partecipato anche per i Cecchettin i consulenti Stefano D'Errico e Stefano Vanin e per Turetta l'esperta Monica Cucci. L'autopsia conferma dunque che Giulia non era già più in vita quando l'ex fidanzato ha abbandonato il corpo vicino al lago di Barcis, coperto con dei sacchi neri.
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