25 Novembre 2023
Galimberti, Fonte: imagoeconomica
Anche il filosofo Umberto Galimberti è recentemente intervenuto in merito alla triste vicenda di Giulia Cecchettin. In particolare, in un intervento televisivo, il filosofo un tempo critico della Tecnica ha sostenuto che in fondo siamo tutti un po' patriarcali. Questa l’espressione da lui impiegata. Insomma, anche Galimberti si piega all'ideologia dominante, che tende a colpevolizzare l'intero genere maschile, inteso come una massa di potenziali assassini figli del patriarcato. Non è la prima volta purtroppo che Galimberti assume posizioni decisamente allineate all'ordine simbolico egemonico. Si ricorderà senz'altro che, durante la pandemia, il filosofo aveva sostenuto fortemente l'ordine terapeutico, condannando sprezzantemente quanti si opponessero ad esso. Curiosa contraddizione per un filosofo che aveva fatto della critica della Tecnica il proprio punto d'onore. Adesso Galimberti si riconferma allineato, proponendo la solita logora narrativa dell'uomo maschio colpevole per natura e figlio del patriarcato. Sarebbe interessante domandare a Galimberti, che è indubbiamente persona colta e intelligente, cosa diamine c'entri il patriarcato, morto e sepolto, con la violenza endemica della nostra società. Società che si consegna alla violenza e alla trasgressione della legge non certo per il patriarcato, per fortuna morto e sepolto, ma semmai per la morte del padre o per la sua evaporazione come dice Lacan. Morto il padre, simbolo della legge, tutto diventa possibile, e la libertà viene concepita come abbattimento di ogni tabù e come trasgressione permanente, talvolta con esiti nefasti come quelli della violenza estrema senza regole.
Di Diego Fusaro.
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