21 Novembre 2023
Palazzo di Giustizia. Fonte foto: procura.torino.it
Il 23enne pakistano Imran Ahmad, accusato di aver ucciso la madre a martellate il 9 marzo a Pinerolo (Torino), è stato condannato all'ergastolo dal tribunale del capoluogo piemontese. La donna, secondo quanto ricostruito, aveva chiesto al figlio di smettere di "stare al cellulare tutto il giorno" e di cercare un lavoro, e per questo lui l'aveva colpita con un martello. Il giovane, che aveva già confessato, ha chiesto "scusa a tutti" in Aula attraverso una lettera.
Accusato di aver ucciso la madre a martellate il 9 marzo a Pinerolo, il 23enne pakistano Imran Ahmad è stato condannato all'ergastolo dal tribunale del capoluogo piemontese. Il collegio presieduto dal giudice Alessandra Salvadori ha accolto in toto la richiesta del pubblico ministero Giorgio Nicola, che contestava l'aggravante dei motivi abietti e aveva chiesto perfino di negare le attenuanti generiche nonostante il giovane fosse incensurato e si fosse mostrato collaborativo sin dal primo momento. Negata anche la possibilità di svolgere una nuova perizia psichiatrica per accertare se al momento del gesto fosse capace di intendere e di volere, come aveva chiesto l'avvocato difensore Simona Bertrand: ai fini della pronuncia è stata sufficiente quella svolta in indagini preliminari, che aveva escluso un disturbo mentale conclamato.
Alle prime ore del mattino del 9 marzo il padre dell'omicida, un operaio pakistano di 44 anni, si era presentato al comando della polizia locale di Pinerolo in stato di agitazione e con gli abiti sporchi di sangue, chiedendo aiuto. Gli agenti lo avevano seguito fino all’appartamento, dove avevano trovato la moglie riversa in una pozza di sangue e con il volto sfigurato. Accanto a lei suo figlio Imram brandiva ancora il martello, ma era stato disarmato con facilità perché non aveva opposto resistenza. Portato in caserma dai militari dell’Arma, era rimasto in silenzio e non aveva fornito spiegazioni per il suo gesto. Nella scorsa udienza il ragazzo si è sottoposto a interrogatorio e ha rievocato gli attimi prima dell'omicidio: "Ero nella mia stanza e stavo usando il telefonino, guardavo dei video su YouTube. La mamma stava cucinando e mi ha detto: ‘Invece di stare sempre al cellulare, vai a cercarti un lavoro’. Non ho capito più niente", ha dichiarato. Questa mattina ha affidato una lettera al difensore, letta in aula al termine dell'istruttoria: "Chiedo scusa per il mio gesto, io amavo la mamma".
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