24 Luglio 2023
foto @Pixabay
Un momento di gioia, quello della nascita di un figlio e la stanchezza per il parto, hanno visto una neo mamma trovarsi ben presto a fare i conti con le polemiche per un fiocco nascita “vietato” nell’ospedale.
Si tratta del regalo di un’amica della coppia che, in occasione della nascita del pargolo, ha deciso di donare il fiocco da appendere accanto alla culla in ospedale e poi a casa sulla porta d’ingresso. Una pratica comune e molto in voga, se non fosse per un dettaglio che lo ha reso inutilizzabile all’interno dell’ospedale: il biberon.
Ebbene sì, il biberon, simbolo della nascita per eccellenza insieme alla cicogna, è oggetto bandito all’interno dell’ospedale di Massa perché “non il linea con le direttive sull’allattamento al seno”.
L’allattamento al seno, consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dalla nascita fino al compimento del 6° mese del lattante, sebbene sia raccomandato sia per la salute della mamma che per quella del bimbo, in diverse realtà viene imposto senza tener conto della libera scelta della madre di voler o meno allattare.
Nel caso dell’ospedale di Massa, si è arrivati addirittura a bandire il biberon. La direzione del nosocomio ha spiegato il perché: “L’ospedale di Massa si è accreditato come ospedale Unicef Amico dei bambini, anche per i materiali destinati a essere esposti nei locali dei reparti esistono delle precise linee di condotta, che prevedono anche la raccomandazione a veicolare messaggi che siano coerenti con le indicazioni Unicef, tra cui quella di promuovere l’allattamento al seno”.
La coppia di neogenitori, dunque, è stata invitata a rimuovere il fiocco. Il padre del piccolo ha provato a controbattere, ma la moglie, sfinita da un parto difficile, non aveva le forze per replicare: “Non volevo crederci, ero sfinita, questo secondo parto è stato pesante. Eppure lo hanno ripetuto anche al mio compagno. Lui voleva ribattere ma io, davvero, ero troppo stanca. Ho detto: togliamolo e basta”.
La donna ha raccontato la vicenda al quotidiano Il Tirreno e, una volta divenuta pubblica, sono arrivate le scuse da parte della Asl Toscana Nord Ovest: “Dispiace che un piccolo dono, che voleva essere una testimonianza di affetto per un lieto evento come la nascita di un bambino, possa essere stato individuato come non coerente con tali indicazioni, e l’Azienda si scusa se i modi adottati nel farlo presente agli utenti sono stati percepiti come troppo rigorosi o zelanti”.
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