07 Luglio 2023
foto @LaPresse
I social network in questi giorni sono completamente zeppi di foto che ritraggono neodiplomati intenti a stappare bottiglie di spumante all’esterno della scuola dove hanno appena sostenuto il loro esame di maturità.
La “maturità” quel momento neppure tanto formale che un tempo segnava il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, quella matura appunto.
Nell’era dei social, dei videogiochi, degli influencer e dei ciuffoni che rendono fighi nelle foto su Instagram, la maturità sembra si, un passaggio obbligato, ma dai genitori.
I ragazzi arrivano davvero preparati? Sono davvero maturi da un punto di vista socio culturale? È una domanda da porsi con estrema serietà se si vanno a considerare gli errori madornali che hanno raggiunto il grado di “memorabilità” (per dirla nel gergo dei millennials) anche in questo esame di maturità 2023.
Gli strafalcioni sono stati diversi, a partire dalla scena muta alla domanda: “Chi è Sergio Mattarella”, conclusasi con un “mai sentito nominare”, per passare poi ai più “coraggiosi” che alle domande hanno risposto, cambiando la storia artistico letteraria italiana.
Dalle Myricae, Poemetti e canti di Castelvecchio, ai quadri. Ebbene sì, il celeberrimo poeta decadente Giovanni Pascoli, tra i protagonisti della letteratura italiana contemporanea, è diventato improvvisamente un pittore. Infatti, alla domanda della commissione “Chi era Giovanni Pascoli?”, uno studente avrebbe risposto “dipingeva quadri”.
Meglio non è andata di certo al collega Luigi Pirandello, autore – secondo un altro studente – di “Uno, nessuno e duecentocinquantamila”; meglio abbondare e aggiungere 150mila in più ai 100mila canonici, perché no.
Tra i poeti, anche quest’anno la spunta Gabriele D’Annunzio che, da dieci anni a questa parte, si conferma estetista, anziché esteta.
Garibaldi invece si dà alla letteratura grazie a uno studente che gli accosta la realizzazione della Divina Commedia, mandando di fatto il povero Dante Alighieri in qualche girone del suo Inferno.
Ma non sono queste le uniche perle di saggezza che ci hanno donato anche quest’anno i maturandi. A testimonianza di come i social, i video e tutto ciò che oggi è “trend” si sia insinuato prepotentemente nella vita di ognuno, c’è la risposta di una studentessa che parlando della “Coscienza di Zeno” di Italo Svevo, anziché citare il “Dottor S”, ossia lo psicoterapeuta che curava il protagonista dell’opera, ha citato il “Signor S”, il cattivo dei Me contro Te, cartone animato per bambini in voga su YouTube.
Tralasciando l’arte e passando alla storia, anche questa non è poi così chiara alle nuove generazioni.
Per uno studente, ad esempio, i fasci di combattimento di Mussolini perseguivano ideali di sinistra e durante il nazismo gli ebrei erano deportati nei campi di concentrazione, anziché nei campi di concentramento.
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