30 Giugno 2023
Fonte: Facebook @Daniele Bertoldo
Come prevedibile, ampio risalto mediatico viene dato in questi giorni dai quotidiani più venduti alla vicenda dello studente che, alla maturità, ha svolto il suo tema utilizzando lo schwa. Ovviamente è tutta una gara tra i quotidiani più venduti a celebrare questo giovane, presentato e incensato come una testa critica delle migliori, come un eroe del libero pensiero e della santissima guerra contro tutte le discriminazioni. Quasi come se si trattasse di un genio spontaneamente nato nel bel mezzo di masse populiste che ancora si ostinano rozzamente a ritenere che esistano maschi e femmine e che il linguaggio rispetti queste differenze. Con ogni probabilità, il giovane studente si vedrà premiato con il massimo dei voti e non è difficile capire il perché: egli incarna perfettamente il modello dello studente mentalmente irregimentato al nuovo ordine cognitivo di completamento della globalizzazione neoliberale. Insomma, la tomba dello spirito critico e del pensiero pensante, l'apoteosi dell'allineamento cadaverico alla forma mentis egemonica al tempo del nuovo ordine globalcapitalistico. Ordine che in maniera niente affatto neutra, pur prediligendo in ogni contesto Il neutro, aspira a disintegrare ogni identità, financo quella di genere, in maniera tale da produrre il nuovo profilo dell'individuo senza identità, il servo ideale, perfettamente manipolabile e non più in grado di opporre alcuna resistenza, essendo stato svuotato di ogni contenuto ed essendo dunque ora pronto a ricevere tutti quelli che la forma capitale vorrà di volta in volta imporgli in nome della valorizzazione del valore. Ce ne siamo estesamente occupati nel nostro studio "Difendere chi siamo: le ragioni dell'identità", nel quale abbiamo provato a mostrare su quali basi e per quali ragioni l'ordine oggi egemonico aspiri a decostruire tutte le identità e di più ci induca a ritenere che l'abbattimento dell'identità sia un fenomeno intrinsecamente progressista, quando tale è unicamente per i gruppi dominanti della globalizzazione, desiderosi di poter disporre di docili schiavi senza più alcuna capacità di resistere alla violenza reale e simbolica dell'ordine dominante. Quel che desta una qualche compassione è pensare che questo giovane terminerà il suo ciclo di studi liceali ritenendo che il problema fondamentale del nostro tempo sia la rivolta ortografica unita alla rivoluzione dell'asterisco, senza naturalmente avere la benché minima contezza della contraddizione socio-economica propria di quella concretissima astrazione che chiamiamo capitalismo.
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