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Giulia Tramontano, analisi dei Carabinieri sul pc di Impagnatiello per dimostrare la premeditazione

Gli inquirenti hanno sequestrato i dispositivi elettronici di Impagnatiello e di Giulia Tramontano alla ricerca di prove che dimostrino la premeditazione del brutale omicidio

16 Giugno 2023

Giulia Tramontano, analisi dei Carabinieri sul pc di Impagnatiello per dimostrare la premeditazione

Giulia Tramontano (foto associazione Penelope)

I Carabinieri hanno sequestrato tre computer ed un tablet, appartenuti a Giulia Tramontano ed al suo assassino, il 30enne Impagnatiello. Volontà degli inquirenti, trovare nello storico delle ricerche effettuate negli apparecchi le prove della premeditazione del folle gesto. Si attende intanto la decisione della giustizia in merito alla categorizzazione del bimbo che Giulia portava in grembo: in caso di riconosciuto travaglio della donna, infatti, il capo di imputazione per il compagno diventerebbe duplice omicidio aggravato.

I Carabinieri sequestrano i dispositivi elettronici di Giulia Tramontano e del suo assassino, il 30enne Impagnatiello

Sono stati sequestrati dagli inquirenti i computer appartenenti a Giulia Tramontano, la giovane mamma 29enne uccisa a Senago, ed al suo assassino, il compagno Impagnatiello. È sui tre dispositivi (due sono di Giulia) che i Carabinieri concentrano ora le indagini, in particolare sulla cronologia delle ricerche online effettuate nelle ultime settimane prima dell’omicidio, per cercare prove che aiutino a delineare in maniera ancora più dettagliata il susseguirsi degli eventi che hanno portato al tragico, e noto, finale.

Nella giornata di giovedì 15 giugno, quindi, è stato conferito mandato peritale per l’acquisizione di copie forensi dei contenuti del pc e di un tablet, attraverso il quale Impagnatiello avrebbe cercato, tra le altre cose, i modi per falsificare il test del dna con cui negare la paternità del bimbo che Giulia portava in grembo. Le analisi degli apparecchi da parte dei militari, viene comunicato, inizieranno lunedì, e punteranno in particolare a dimostrare la premeditazione del gesto del 30enne, portando le ricerche da lui eseguite come prova. L’aggravante della premeditazione, infatti, è stata contestata dai PM Letizia Mannella e Alessia Menegazzo al momento del fermo, ma viene per il momento respinta dal GIP Angela Minerva, che ha tuttavia confermato il carcere per omicidio.

Attesa per gli esami tossicologici di Impagnatiello e per la decisione attorno al riconoscimento del bimbo quale vittima

Continuerà ancora a lungo, fanno sapere gli esperti di Medicina Legale, l’attesa per i risultati tossicologici, e per le relative indiscrezioni in merito. Simile discorso, poi, per l’altro grande tema che aleggia attorno a tutto il processo, pesante corollario per un crimine di rara ferocia: il riconoscimento del figlio di 7 mesi di Giulia come persona giuridica.

La risposta positiva al quesito presentato dall’avvocato della famiglia della vittima, Giovanni Cacciapuoti, porterebbe la procura a modificare il capo di imputazione, contestando il duplice omicidio aggravato. A decidere della categorizzazione del piccolo, in definitiva, sarà il riconoscimento dello stato di Giulia al momento della morte. In caso di travaglio della donna, il bambino sarebbe a tutti gli effetti considerato la seconda vittima, anche dalla giustizia.

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